Sulle liste elettorali il centrodestra deve risolvere ogni ambiguità
29 Marzo 2011
Il monito è di quelli che fanno rumore. "Alta vigilanza sulle liste e attenzione ai trasformisti dell’ultima ora. Invito i candidati sindaco a fornirsi di una struttura di controllo per vigilare sulla composizione delle liste per evitare sorprese, perché nelle ultime 24 ore può succedere di tutto". Le parole sono del governatore della Campania, Stefano Caldoro, che si rivolge in particolar modo al candidato della sua parte politica, Gianni Lettieri.
Il candidato sindaco del centrodestra ha prontamente replicato, dichiarando che "etica pubblica e legalità sono al centro della sua campagna elettorale", ritenendo importante l’appello lanciato da Caldoro sulla composizione delle liste. A sua volta ha comunicato che chiederà ad ogni lista la nomina di un garante per assicurare "candidati autorevoli e specchiati", ergendosi a "responsabile del voto pulito nel centrodestra".
Il riferimento non troppo velato di Caldoro è indubbiamente rivolto alla vicenda dell’ex consigliere regionale Roberto Conte, condannato in primo grado a due anni e otto mesi per associazione camorristica. Il suo nome fu incluso, con un blitz notturno alla vigilia della loro chiusura, in una delle liste che sostenevano Caldoro, denominata Alleanza di Popolo. Il futuro governatore, ignaro della vicenda, si precipitò a dichiarare che se avesse vinto grazie ai suoi voti, si sarebbe prontamente dimesso. Conte, fino ad allora un fedelissimo di Bassolino e De Mita, cresciuto politicamente prima nei Verdi e poi nella Margherita, si era contraddistinto per l’exploit alle regionali del 2004 quando raccolse oltre 33mila voti. Aveva aderito al Pd, rendendosi animatore ed artefice della lista dei "coraggiosi" che facevano capo a livello nazionale a Francesco Rutelli, andando a ricoprire il ruolo di coordinatore della segreteria regionale democrat guidata dall’onorevole Tino Iannuzzi. Poi l’indagine e la condanna.
Il resto della vicenda è storia nota. Caldoro vinse con un margine così ampio che i voti di Conte risultarono ininfluenti. Tuttavia, l’esponente politico fu comunque il primo eletto nella sua lista, con oltre 10 mila preferenze. Le condizioni di interdizione dalla carica ne hanno impedito finora il ritorno tra i banchi del Consiglio regionale, ed al suo posto è subentrato il consigliere Carmine Sommese. Una situazione di totale imbarazzo, nei confronti della quale i vertici del Pdl non ebbero la forza di determinare la sua esclusione dalla lista nel corso della competizione elettorale.
La vicenda di Conte è tornata prepotentemente di attualità nelle ultime settimane. Incluso nell’elenco degli "impresentabili" stilato dalla Commissione Antimafia presieduta dal senatore Beppe Pisanu e reso noto lo scorso 12 febbraio, recentemente il nome di Conte è tornato all’albore delle cronache perché una sentenza del Tribunale Civile di Napoli, emessa dal giudice Sergio Gallo lo scorso 11 marzo, ha decretato il suo reintegro nell’Assise regionale, in quanto conclusa la decorrenza dei diciotto mesi di sospensione imposti a chi è stato condannato per un reato associativo. Infatti, Conte fu sospeso dalla carica di consigliere regionale già nella scorsa consiliatura, in seguito alla condanna, scontando 14 dei 18 mesi previsti dalla sentenza. Secondo l’interpretazione normativa, i 18 mesi non si rinnovano automaticamente con l’elezione di un nuovo Consiglio e dunque dovevano ritenersi conclusi già dal dicembre 2010. Gli atti sono stati trasmessi, quindi, alla presidenza del Consiglio dei ministri e alla Regione per attuare l’operazione di reintegro. Caldoro ha preso tempo, mentre il protagonista della vicenda ha dichiarato di voler cominciare uno sciopero della fame a "difesa della sua dignità" e di voler condurre una battaglia in nome del garantismo, in quanto, ha dichiarato, "la presunzione di innocenza, garantita per tutti fino alla condanna definitiva, deve valere anche per me".
A ciò bisogna aggiungere che tra le liste che potrebbero appoggiare la corsa di Lettieri ce n’è una animata dai componenti di un gruppo consiliare denominato "Alleanza per Napoli con Te" e riconducibile, secondo alcuni osservatori, proprio all’ex esponente del Pd, il quale ha prontamente dichiarato la sua estraneità all’operazione politica.
In sintesi, questa la cronistoria della spinosa vicenda, sulla quale è opportuno che il centrodestra faccia chiarezza quanto prima. Risolvere l’ambiguità di fondo sulla tollerata candidatura di Conte ed il ruolo che questi potrebbe ancora esercitare politicamente in Campania, è una priorità dalla quale l’intera coalizione non può sfuggire. Il naturale spirito garantista che anima le forze di ispirazione liberale e riformista poco c’entra in questo caso. La questione è prettamente politica, in quanto la storia personale di Conte è strettamente legata alla stagione fallimentare del centrosinistra in Campania. Anzi, sotto certi aspetti, la sua crescita smisurata nei consensi e la sua parabola politica incarnano la peggiore deriva di un’esperienza da lasciarsi alle spalle.
In questa direzione vanno lette, probabilmente, le parole di Caldoro sui "trasformisti dell’ultima ora". In una barca pronta ad affondare, tanti che finora l’hanno retta e condotta potrebbero individuare nella possibile vittoria di Lettieri un approdo facile per riciclarsi politicamente. La loro presenza potrebbe rappresentare la più potente arma di propaganda elettorale dei suoi avversari. Il candidato sindaco dimostri invece di lanciare il cuore oltre l’ostacolo e di porsi alla guida di un reale processo di rinnovamento e ricambio della classe dirigente del centrodestra in Campania. Cercando, soprattutto, di vigilare con attenzione in quelle zone d’ombra che si annidano in talune realtà. Oggi, la responsabilità del risultato e del buon esito dell’amministrazione che verrà è innanzitutto sulle sue spalle.
Dare seguito alle sue parole di voler costituire un Consiglio ed una Giunta di personaggi "autorevoli e specchiati" rappresenterebbe il modo migliore per far partire la sua traversata verso la conquista di Palazzo San Giacomo. Parafrasando uno degli slogan scelti da candidato sindaco, potremmo dire che "Far vincere Napoli" ed i napoletani perbene vuol dire anche e soprattutto questo. E se il "mare bagnerà Napoli", come ha scritto nel suo programma, è necessario che questa città riprenda ad essere innanzitutto un paradiso disabitato "dai diavoli".