Sull’immigrazione la Malmström fa marcia indietro e dà ragione all’Italia
25 Maggio 2011
Immigrazione, nuovo capitolo della saga. A firmarlo è ancora una volta la Commissaria europea per gli affari interni, Cecilia Malmström, che ha presentato ieri, dopo la comunicazione dello scorso 4 maggio, un pacchetto di misure contro l’immigrazione clandestina in Europa, con lo scopo di “gestire meglio i flussi migratori dalla sponda sud del Mediterraneo” e “far sì che il regolamento attuale dei visti non permetta abusi”.
Tra i punti previsti dal set of laws anti-clandestini: una clausola di salvaguardia per reintrodurre rapidamente nel Vecchio continente l’uso dei visti in caso di improvvisi aumenti dei flussi migratori dai paesi, come quelli dei Balcani occidentali, dove essi sono stati liberalizzati; solidarietà con gli Stati membri più esposti alle pressioni migratorie; una cooperazione più forte con i paesi terzi; facilitazioni per l’ingresso nell’Unione europea di studenti, ricercatori e uomini d’affari.
Un pacchetto che richiama qualcosa di familiare alle nostre orecchie. Solo meno di due mesi fa, infatti, l’Italia, in preda all’arrivo di oltre 20 mila migranti sulle sue coste, aveva lanciato l’SOS chiedendo a voce spiegata l’attivazione della direttiva 55 del 2001 sulla protezione temporanea per i profughi dai paesi del Nord Africa. La risposta della Commissione Europea fu, neanche a dirlo, “non siamo ancora al punto di farlo”. Della serie, tenetevi pure il problema, alla faccia della tanto decantata “solidarietà” fra i Paesi membri. La faccenda aveva amareggiato non poco il ministro dell’Interno Roberto Maroni che di fronte muro alzato dall’Ue aveva tuonato: “Mi pare che se l’Europa è questa, francamente meglio soli che male accompagnati”
Bene, con i provvedimenti annunciati 24 ore fa, pare che la Commissione si sia svegliata e abbia fatto marcia indietro, trasformando i ‘no’ e i ‘non ancora’ in ‘sì, forse è il caso’. E la promozione delle misure è partita proprio da quella mestrina dalla penna rossa, la signora Malmström, che è sempre pronta a bacchettare l’Italia (recentemente ci aveva redarguito a suon di “niente repingimenti di massa”). Proprio lei che, scrivendo al titolare del Viminale, aveva avvisato che Schengen non scatta in maniera automatica con il decreto legge del governo italiano sul permesso temporaneo, adesso rimette sul tavolo la questione sollevata dal nostro Paese.
Meno male che il vertice Italia-Francia sull’immigrazione, che aveva portato i rispettivi leader a raggiungere un’intersa sulle modifiche al trattato di Schengen per il “ripristino provvisorio” dei controlli alle frontiere interne “in casi eccezionali” da individuare preventivamente era stato definito un totale flop diplomatico…