Sull’immigrazione non possiamo avere nostalgia di Gheddafi

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Sull’immigrazione non possiamo avere nostalgia di Gheddafi

25 Aprile 2014

Ieri sera parlando di immigrazione Silvio Berlusconi ha spiegato che dovremo aspettarci sempre più stranieri diretti in Italia e in Europa per cercare una opportunità, vista la situazione politica ed economica che si lasciano dietro nei Paesi di origine. Berlusconi ha detto anche che l’Europa non può lasciare sola l’Italia, la sua frontiera meridionale, nel contrasto dei flussi migratori illegali: ma se Bruxelles resterà sorda alle nostre richieste allora faremo "tante cose", compreso "uscire dalla Ue". Non si capisce bene però cosa ci guadagneremmo, uscendo, visto che una volta rimasti completamente soli il fenomeno migratorio si aggraverebbe, che è esattamente ciò che si vuole evitare. Il leader di Forza Italia, insomma, non ha fatto proposte molto concrete sul tema della immigrazione.

Berlusconi ha invece preferito ricicciare la storia di Gheddafi e del patto italolibico stretto all’epoca con il Signore di Tripoli. "Gheddafi costruì una serie di campi nel suo Paese, dove metteva gli stranieri che arrivavano in Libia e volevano sbarcare in Italia e da dove poi li rimandava indietro". Con il nostro sostegno economico. Posticini come Zlitan che farebbero arrossire chi in Italia si riempie la bocca della parola "lager" per descrivere i Cie. Un sistema repressivo che prevedibilmente, caduta la Jamaria, è imploso come una atomica migratoria. Ecco chi era Gheddafi, l’uomo a cui tanti leader europei hanno stretto la mano.

Gheddafi è stato solo uno dei tanti autocrati, dittatori, generalissimi, emiri, mullah e sceicchi del mondo arabo e islamico da cui chi può, come abbiamo visto, scappa. Ce lo ricordiamo, il Colonnello, tronfio e imbolsito alla Sapienza di Roma, ospitato da accademici più ipocriti del paternalismo berlusconiano perché segretamente convinti della superiore bontà del nazionalismo arabo. Pensate all’Eritrea, "la Corea del Nord dell’Africa orientale". Un’altro ridente e scellerato esperimento di socialismo in tutti i Paesi. Troppe pacche sulle spalle abbiamo distribuito negli ultimi anni a chi non se le meritava e gli effetti oggi si vedono tutti ai confini dell’Europa meridionale e orientale. Bisogna al contrario inchiodare i regimi non democratici alle loro responsabilità costringendoli a gestire in modo coordinato e moderno la sfida migratoria: al di là della nostalgia, Frontex in Italia ed Eubam Libya rafforzata sono le prime due risposte che l’Europa deve darci subito dopo le prossime elezioni.