Sull’Irap il Sole24Ore dimentica il programma del PdL

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Sull’Irap il Sole24Ore dimentica il programma del PdL

11 Marzo 2008

La comparazione dei programmi elettorali
svolta dal Sole 24 Ore sta sorvolando – non incolpevolmente – sull’IRAP.

Manco a dirlo, il PdL, a differenza del
PD che ne ha fatto un totem, prevede l’abolizione graduale dell’IRAP. L’eliminazione
sarà graduale e partirà dai casi in cui quest’imposta si rivela non solo odiosa
– lo è sempre – ma addirittura tirannica.

La buona notizia, da questo punto di
vista, è questa: il PdL ha deciso di fare giustizia in ogni caso, e rimediare
ai difetti strutturali di un’imposta vista con diffidenza dalla maggior parte
degli imprenditori.

Per inciso, l’omertà del quotidiano
di Confindustria è quantomeno curiosa se si considera che lo stesso Sole 24 Ore
sta invece dedicando notevole attenzione – nelle pagine Norme e Tributi –
all’imminente pronuncia della Corte Costituzionale su alcuni aspetti dell’IRAP
(attesa per mercoledì).

Più in dettaglio, la Corte Costituzionale
è chiamata ad esprimersi su ben sette istanze di remissione proposte dai
tribunali di Genova, Chieti e Parma in materia di IRAP.

Una volta tanto, la questione in gioco
non è quella dell’IRAP sugli autonomi, su cui pure è stata prodotta – e
continuerà ad essere versata – copiosa giurisprudenza, di cui L’Occidentale si
è occupato in passato.

I fascicoli in mano alla Corte
Costituzionale coinvolgono la costituzionalità del divieto di portare in
deduzione dall’imposta sui redditi societari gli importi pagati a titolo di
IRAP.

Pagare l’IRAP è un vero supplizio per chi
ha molti dipendenti: l’imposta colpisce infatti il costo del lavoro (salari,
stipendi, costi per il personale in genere) e del capitale (interessi, costi
finanziari, ecc ecc..) e crea pesanti distorsioni tra chi impiega molti
dipendenti e chi invece opera con strutture molto leggere.

Il Sole 24 Ore, poi, sta giustamente
focalizzando la propria attenzione – interessante il commento di Tesauro di
martedì – sulle “duplicazioni” causate dall’IRAP: pagano quest’imposta anche le
società che sono in perdita sotto il profilo reddituale (che, cioé, hanno
risultati fiscali negativi).  E, pur in
perdita, sono costrette a pagare comunque l’IRAP, correndo il rischio di
doversi indebitare e diventare insolventi pur di assolvere oneri fiscali
draconiani.

Ancora, ci sono società che, in perdita,
ci finiscono proprio a causa del costo indeducibile rappresentato dall’IRAP,
come ha lamentato la Commissione
Tributaria Provinciale di Genova nella sua ordinanza di
rinvio.

Sul versante elettorale, il programma del
PdL recepisce chiaramente le istanze  abolizioniste degli imprenditori italiani, a
partire dall’IRAP sui soggetti in perdita.

Un vero peccato che il Sole, come gli
scolari che mandano a memoria la lezione senza coglierne i risvolti, non faccia
i dovuti “collegamenti” con il programma PdL.

Avrà mica paura di mettere in
imbarazzo il PD, ancora fermo al dogma dell’assoluta intoccabilità IRAP?