Sullo “scudo” al premier e ministri la Consulta deciderà giovedì
11 Gennaio 2011
E’ deciso, la Corte Costituzionale si riunirà di nuovo in camera di consiglio giovedì prossimo alle 9,30 per deliberare in merito al ‘legittimo impedimento’.
Questa mattina si è svolta l’udienza pubblica sulla costituzionalità della norma al secondo piano del Palazzo della Consulta, in un’aula affollatissima da giornalisti, cameramen e fotografi che, assiepati sul lato destro della sala, si sono lamentati per il poco spazio riservato alla stampa e per la difficoltà di fare riprese e scattare foto. Domani, invece, i 15 giudici della Corte decideranno, separatamente, se ammettere il referendum abrogativo della legge, presentato dall’Idv di Antonio Di Pietro, assieme ad un pacchetto di altri referendum su acqua e nucleare.
Gli avvocati di Silvio Berlusconi, Niccolò Ghedini e Pietro Longo (in aula anche Gaetano Pecorella), hanno spiegato perché, la legge sul legittimo impedimento del premier e dei ministri non debba essere dichiarata incostituzionale. I giudici della Consulta hanno poi preso atto delle memorie difensive e dopodomani prenderanno la loro decisione. A sollecitare il loro intervento erano stati i giudici milanesi che hanno presentato tre ricorsi di illegittimità sullo “scudo”.
L’avvocato Ghedini ha spiegato che "la norma sul legittimo impedimento si limita a tipicizzare l’impedimento dei membri del governo, del quale il giudice deve tener conto, senza per questo precluderne le facolta’ di accertamento e di apprezzamento delle ragioni concrete". Ghedini ricorda che "una leale collaborazione istituzionale è stata offerta per consentire la celebrazione delle udienze. Quanto al principio della speditezza dei processi, non puo’ non essere collegato con quella che è la realtà processuale del nostro Paese, dove il rinvio anche per qualche mese delle udienze è sempre del tutto fisiologico, senza necessità di ricorrere a legittimi impedimenti. Del resto, i tempi ragionevoli del processo e la sua speditezza sono sempre altamente opinabili".
Inoltre, secondo l’altro legale di Berlusconi, Piero Longo, “il rinvio della seduta nell’ambito delle udienze, su richiesta della difesa, è già prevista nel nostro ordinamento anche al di fuori del legittimo impedimento. Il giudice rimane arbitro assoluto della richiesta di rinvio, per altro legittima, anzi il periodo di sospensione può essere più lungo di quello previsto dalla legge sul legittimo impedimento”. “Il bilanciamento tra i valori costituzionali – ha ricordato Longo – avviene sempre tramite legge ordinaria che presenta carattere di ragionevolezza. Non avrebbe senso risolvere i conflitti tra i diritti costituzionalmente difesi con una legge costituzionale”. Poi i legali del Cavaliere hanno lasciato l’aula senza rilasciaremolti commenti. Ghedini ha semplicemente detto di essere ottimista sulla decisione della Corte.
Ad ogni modo alcune indiscrezioni lasciano credere che la Corte si orienterà verso il “compromesso” fra i due “schieramenti” della Consulta (sembra che una metà dei togati sia per il disco verde e l’altra per il rosso) per ridurre l’impatto politico della decisione. Prende sempre più piede infatti l’ipotesi della “sentenza interpretativa”, che cancellerebbe l’automatismo dei rinvii stabiliti dalla legge e restituirebbe al giudice di merito la valutazione sulla reale consistenza degli impegni di governo accampati dall’imputato: se cioè l’impedimento a comparire in udienza sia dovuto a impegni realmente “coessenziali a svolgere la funzione di governo”.
L’udienza pubblica di oggi e la camera di consiglio che giovedì darà il verdetto sul legittimo impedimento sono l’evento principale della settimana politica. Infatti, sui membri della Consulta si sono addensate forti tensioni politiche sin dalle scorse settimane, visto che sulla loro decisione pesa il futuro della legislatura.