“Sull’Università l’Italia deve adeguarsi al resto del mondo sviluppato”
30 Novembre 2010
Mentre la protesta studentesca continua, la Camera ha approvato ieri il ddl Gelmini, dando un primo via libera alla riforma dell’università. Sotto i riflettori sono soprattutto gli studenti dissenzienti, ma l’università non sono solo loro, sono anche tutti quei docenti – tra professori e ricercatori almeno quattrocento – che hanno sottoscritto un appello in difesa dell’università e contro la demagogia, al riparo dalle critiche a questo o quel governo e ministro di turno.
Tra questi c’è Stefano Fantoni, ex direttore della Sissa, la Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati di Trieste al quale abbiamo chiesto perché ha voluto aderire all’appello dei docenti universitari che sostengono la riforma gelmini e che cosa invece in questa riforma è perfettibile.
"Credo che sarebbe un errore imperdonabile se il DDL non venisse approvato. E’ necessario invece procedere il più rapidamente possibile verso la sua attuazione, in particolare per mettere in atto – in modo più deciso di quanto non sia già stato fatto – le procedure di valutazione (vedi ANVUR), far partire i concorsi nazionali di idoneità e mettere in atto la procedura di tenure track, che tra l’altro mi ha visto tra i principali promotori".
La Tenure track come un momento di valutazione attenta dei ricercatori. Qual è il loro destino?
In Italia è l’ora di adeguarsi a ciò che accade in tutte le parti del mondo sviluppato. Il ruolo del ricercatore è quasi indecoroso per la bravura di molti dei nostri giovani. La riserva di 9000 posti a concorso per i nostri ricercatori forse non è sufficiente. Credo che almeno il 50% di quelli che attualmente sono ricercatori meritino di diventare associato.
Si parla molto del merito, come distribuire le risorse intorno a questo criterio?
Credo che la valutazione sia il vero nodo del DDL. Il 7% distribuito per merito è troppo poco. Va almeno raddoppiato con meccanismi cha vadano a premiare maggiormente le singole individualità. All’interno delle Università c’è molta disomogeneità. Non è giusto né efficiente che i bravi trainino sempre i meno bravi e i lavativi.
E i fatidici concorsi?
Abbiamo bisogno di tempi certi per le procedure di reclutamento. I giovani e i meno giovani devono avere la certezza di periodiche valutazioni della loro carriera. E soprattutto: mobilità, mobilità e mobilità. Bisogna favorirla.
Infine i finanziamenti, i tagli, come andare avanti?
Questo è il nodo del problema, che però non va confuso con il DDL. Bisogna aiutare il Ministro Gelmini a vincere la sua battaglia con Tremonti. Indebolirla è un grave errore. Il miliardo di finanziamento promesso, che speriamo venga assegnato veramente, limiterebbe il taglio dei finanziamenti riducendolo a circa 300 milioni.
Quanti soldi servono?
Credo che oltre al miliardo promesso ne servano almeno altri 500 milioni da distribuire tutti per merito accanto agli altri 500 già programmati.