Superenalotto, scommesse, slot machine: chi vince è sempre lo Stato

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Superenalotto, scommesse, slot machine: chi vince è sempre lo Stato

04 Febbraio 2009

In tempi di crisi aumenta la propensione al gioco e la tentazione di sfidare la sorte. E’ quasi una legge matematica. Se il lavoro non c’è o rende poco allora tanto vale cercare il colpaccio, sognando poi di ritirarsi in qualche atollo tropicale.

Per questo motivo registriamo in questi ultimi tempi un vero e proprio boom di superenalotto, gratta e vinci, scommesse, slot machine, pacchi e contropacchi. Quando il superenalotto ha raggiunto montepremi sopra i cento milioni di euro, 9 italiani su dieci sono corsi a fare la fila a compilare le schedine (chissà perché poi quando il montepremi è di “solo” 10 milioni di euro non c’è lo stesso entusiasmo).

Insomma il mito del gioco e della dea bendata sembra la vera soluzione su cui gli italiani stanno puntando in funzione anticrisi. Ogni italiano, tra lotto, slot e annessi, spende in media 800 euro all’anno (altro che social card).

Secondo l’Eurispes il 78% degli italiani ha la passione per il gioco e 1 milione e trecentomila italiani sono addirittura a rischio dipendenza, giocano più di tre volte a settimana e spendono almeno 600 euro al mese. Per il 2008 si parla di una raccolta complessiva di circa 47 miliardi di Euro, il 2% del PIL italiano. Nel 2003 erano 15 miliardi. E per il 2009 è previsto un aumento dell’8%.

Un vincitore sicuro c’è: lo Stato. Grazie al prelievo fiscale sulle giocate l’erario ha infatti incassato nel 2008 quasi 8 miliardi di Euro.

Ma l’appetito vien mangiando e così l’ultima Finanziaria, suscitando il "disappunto" dei concessionari, ha previsto un aumento del prelievo fiscale sulle scommesse delle cosiddette new slot (quelle macchinette nei bar che ricordano i vecchi videopoker) dal 12% al 13,4%. Il meccanismo di imputazione dei ricavi collegati all’attività di gestione delle scommesse è peraltro abbastanza lineare.

Le Società concessionarie, infatti, assumono in proprio il rischio derivante dalle scommesse a quota fissa e su tali scommesse grava un’imposta unica la cui entità è definita per legge e varia in relazione alla tipologia di scommessa sottostante, calcolata quotidianamente sul volume delle scommesse raccolte.

Le scommesse sportive a quota fissa rappresentano quindi un contratto bilaterale che viene stipulato tra chi tiene il banco, quale concessionario di AAMS, e lo scommettitore, per effetto del quale, a fronte del pagamento di un importo in denaro proposto dallo scommettitore (la "posta”), il concessionario si impegna a corrispondere allo scommettitore un altro importo di denaro (calcolato applicando alla posta un multiplo definito “quota”), al verificarsi di un evento sportivo, predefinito e inserito in un palinsesto stabilito da AAMS.

Anche l’ultima moda del momento, infine, il Texas Hold’em (il poker sportivo che dagli Stati Uniti è ormai arrivato in Italia con la forza di un ciclone) ha attirato l’attenzione del Fisco. Il poker on line si sta infatti diffondendo a velocità inaudita. Ad ottobre la raccolta ammontava a 52 milioni di euro, a novembre erano già 74 e per il 2008 si stima una raccolta complessiva di 230 milioni di euro, con previsione per il 2009 di un aumento del 450%, fino a circa un miliardo di Euro.

Cifre da capogiro. Ad oggi però lo Stato si accontenta di una piccolissima fetta, dato che l’80% del giocato finisce nel montepremi, il 17% nelle tasche degli operatori e solo il 3% va all’Erario.

Pur con questa limitata percentuale nel 2008 lo Stato ha guadagnato con il poker on line 7 milioni di Euro. Ma se si pensa che, per esempio, in Danimarca la tassazione su questo tipo di vincite è al 75%, i margini di guadagno sono ancora molto, ma molto elevati.

Per dare un’idea delle cifre, visti i previsti aumenti di raccolta, basterebbe aumentare la percentuale di tassazione ad un “misero” 10% per avere a disposizione altri 100 milioni di Euro. Se si pensa che il CONI ha un deficit di circa 140 milioni di Euro, potremmo così tutelare, per esempio, le nostre prossime olimpiadi.