Svezia taglia tassi dello 0,5%, corona ai minimi da agosto

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Svezia taglia tassi dello 0,5%, corona ai minimi da agosto

12 Febbraio 2016

Tassi sempre più negativi in Svezia. La Riksbank, la banca centrale di Stoccolma ha portato il costo del credito ufficiale -0,50%, dal -0,35% e non esclude ulteriori tagli. Spinta da un’inflazione ancora la di sotto degli obbiettivi e dalla posizione assunta dalla Bce, la Banca centrale della Svezia ha deciso di intervenire in favore dell’indebolimento della moneta nazionale operando un taglio dei tassi in territorio ancor più negativo.

 

La corona svedese ha reagito con un deprezzamento sull’euro del 9,62 sulla moneta unica, il livello più basso degli ultimi sei mesi. Una misura obbligatoria, ha spiegato la Riksbank, dal momento che «l’inflazione nel 2016 sarà più bassa di quanto finora previsto. La bassa inflazione durerà dunque più a lungo» e questo, aggiunge il comunicato, «aumenta il rischio di una fiducia indebolita nell’obiettivo di inflazione e il rischio che l’inflazione non aumenti verso l’obiettivo come previsto». 

 

Gli acquisti di titoli continueranno, per altri sei mesi, invece le risorse derivanti dalle cedole maturate e dai titoli scaduti saranno reinvestite. La Riksbank è pronta e vorrebbe fare anche di più. «C’è ancora un alto livello di determinazione a rendere la politica monetaria ancora più espansiva se necessario per salvaguardare l’obiettivo di inflazione».

 

I tassi potrebbero tornare a quota zero nel 2018, dopo essere ulteriormente ma marginalmente calati, con un rallentamento della ripresa dall’attuale 3,5% annuo verso il 2,50% e un aumento dell’inflazione al 2% (dall’attuale 0,05%) entro metà 2017, ma con una forte incertezza (0,96-2,97% il range con il 50% di probabilità).