Svizzera, al via referendum su reddito minimo e fecondazione artificiale
05 Giugno 2016
Giornata di referendum in Svizzera. Gli elettori svizzeri sono chiamati a pronunciarsi sull’introduzione di una sorta di “reddito di cittadinanza“. Sebbene le cifre non facciano parte del quesito, i promotori hanno impostato il dibattito sui 2.500 franchi svizzeri, ossia 2.500 euro. 625 euro, invece, per i minorenni.
L’iniziativa popolare su cui gli svizzeri decidono con un sì o un no e che raccolse 100.000 firme, vuole garantire a tutta la popolazione di “condurre un’esistenza dignitosa e partecipare alla vita pubblica, anche senza esercitare un’attività lucrativa”, così è stato detto, in un mondo che tende a sostituire al lavoro umano quello robotizzato, ed è stata promossa da un gruppo di cittadini indipendenti.
Per il “no” anche diversi economisti, secondo cui l’Rbi, reddito di base incondizionato, disincentiverebbe il lavoro delle donne. Per altri analisti, inoltre, sarebbe una zavorra letale per la meritocrazia.
Governo e parlamento l’hanno respinta praticamente in blocco e stando agli ultimi sondaggi anche il verdetto delle urne dovrebbe essere negativo con circa il 70 % di voti contrari.
Alla Camera dei Cantoni ha raccolto il sostegno solo della socialista Anita Fetz, che invita a riflettere su questa idea, che “potrebbe essere una soluzione concreta, presumibilmente tra 20 o 30 anni, quando dalla digitalizzazione del lavoro risulterà una forte perdita di posti”.
Sempre oggi, gli Svizzeri si pronunciano anche su altri quattro temi: l’iniziativa popolare “a favore del servizio pubblico”, quella “per un equo finanziamento dei trasporti” e su due modifiche legislative.
La prima consentirebbe, ad alcune condizioni, un esame genetico degli embrioni ottenuti con fecondazione artificiale. La seconda riguarda la nuova legge sull’asilo e mira a istituire procedure più rapide per l’esame della domande dei richiedenti.