Svolta nel caso Fastweb: l’ex ad Silvio Scaglia torna in libertà

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Svolta nel caso Fastweb: l’ex ad Silvio Scaglia torna in libertà

24 Febbraio 2011

Dopo un anno tra carcere e arresti domiciliari è tornato in libertà Silvio Scaglia, fondatore di Fastweb imputato nel processo per il riciclaggio di due miliardi di euro. I giudici della prima sezione penale del tribunale di Roma, accogliendo un’istanza presentata dagli avvocati del manager Pier Maria Corso e Antonio Fiorella, hanno revocato la misura degli arresti domiciliari.

‘Non mi sarei mai immaginato un percorso così travagliato, lungo e drammatico ma rispetto la giustizia e resto convinto della correttezza della mia scelta iniziale e conto sul processo in corso per rendere evidente la mia innocenza”, ha commentato l’ex ad di Fastweb.

”Torno in libertà – ha detto – dopo un anno di prigione e arresti domiciliari. Vivo da anni all’estero e appena saputo del mandato di cattura sono rientrato immediatamente in Italia a disposizione dell’Autorità giudiziaria, consapevole di dover passare in carcere il tempo necessario per chiarire la mia estraneità ad ogni illecito”. Le ultime parole di Scaglia sono per chi gli è stato sempre vicino: ”Ringrazio la mia famiglia e tutti coloro che hanno continuato a credere in me e mi hanno sostenuto in questo tremendo periodo della mia vita”.

Intanto, nel processo in corso a Roma, nel quale sono imputati, oltre agli ex manager di Fastweb e Telecom Italia Sparkle, anche l’affarista Gennaro Mokbel e 29 persone, è stato ascoltato l’imprenditore Augusto Murri, anch’egli coinvolto nell’inchiesta sul maxi-riciclaggio di 2 miliardi di euro realizzato dal gruppo che faceva capo a Mokbel. Alla domanda dei pm se Fastweb sapesse della truffa legata alle carte telefoniche prepagate phuncards, Murri ha risposto: "Non credo sapesse, non credo assolutamente. Se avesse saputo non lo avrebbe fatto".

Sulla stessa operazione phuncards, Murri ha aggiunto: "E’ possibile che la prima operazione sia partita nel 2003. Non mi sembrava che ci fossero illiceità, non avevo questa sensazione. Le phuncards le ho viste produrre, le creavano con delle macchinette, le ho toccate, esistevano, venivano spedite ed erano funzionati. Erano schede ricaricabili che avevano un codice tramite cui si accedeva a un servizio online".

Scaglia si trovava agli arresti domiciliari dallo scorso 17 maggio in Val d’Aosta. L’ex amministratore delegato è imputato nel processo per riciclaggio internazionale ed evasione fiscale assieme ad altre 26 persone, tra cui ex manager della stessa compagnia telefonica ed ex vertici di Telecom Italia Sparkle ed era stato arrestato un anno fa nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Roma. La procura, ieri, aveva dato parere positivo alla sua scarcerazione.