Tadic l’equilibrista rischia di spezzare la corda

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Tadic l’equilibrista rischia di spezzare la corda

04 Febbraio 2009

Il presidente serbo Boris Tadic è un amante dei rompicapo diplomatici: dice che Belgrado è pronta a dialogare con Pristina a patto che “non vengano messe in discussione la sovranità e l’integrità territoriale della Serbia”. Promette che il suo Paese entrerà in Europa ma senza riconoscere il nuovo stato kosovaro.

Il presidente serbo ha la memoria corta, cortissima. Il Kosovo è già indipendente e Belgrado ha perso la sua sovranità sulla ex provincia da un bel pezzo. Il Kosovo, piuttosto, è un curioso esempio di nation-building, sorto sulle macerie di una brutta guerra e di una pulizia etnica ancora peggiore. E’ uno stato corrotto dove per molto tempo le Nazioni Unite hanno fatto i loro comodi, uno dei centri di smistamento nevralgici dei traffici di corpi, armi e droga diretti dai Balcani verso l’Europa.

Nonostante tutto, la giovane repubblica ha bruciato le tappe trasformando le sue bande paramilitari e di irregolari in un esercito nazionale. Ebbene, anche a proposito della nuova “Kosovo Security Force”, Tadic ha spiegato che la costituzione di un esercito kosovaro è “inaccettabile” e che l’Europa dovrebbe favorire la demilitarizzazione della “provincia meridionale” serba. Intervistato giorni fa dalla tv di Belgrado ha detto che “non ci sono prezzi per il Kosovo”.

Il gioco è tutto qui: mostrare un profilo moderato all’estero per ammansire i nazionalisti che vorrebbero un colpo di reni in Patria. Può andar bene anche una dose di blando antiamericanismo. Tadic è stato l’unico presidente che non si è congratulato con Obama il giorno del suo insediamento, certamente un bel modo di stabilire cortesi relazioni diplomatiche con il principale alleato dei kosovari. “La Serbia è interessata ad avere le migliori relazioni con Washington, sebbene abbiamo posizioni diametralmente opposte sul Kosovo,” ha detto, aggiungendo che “ci sono tre pilastri nella politica estera serba. L’Unione Europea, la Russia e gli Stati Uniti”.

Tadic è un vero trapezista della diplomazia. Occhio che la corda non si spezzi.