Tafida è speranza quando la morte dei più fragili è sempre più abitudine
16 Ottobre 2019
È stata accolta ieri a Genova la piccola Tafida Raqeeb, che ha visto così concludersi la drammatica battaglia contro chi aveva chiesto per lei, in nome del suo miglior interesse, la morte. Qui in Italia per Tafida inizia la vera battaglia per la vita, quella vita che, nonostante le sue condizioni, è comunque possibile per lei.
La piccola, si ricorda, si trova in uno stato di coscienza minima a causa di una emorragia cerebrale, ma non è escluso che sia in grado di capire e comprendere tutto ciò che la circonda dati i cenni di reattività agli stimoli esterni che le vengono sottoposti. È proprio per questo che i suoi genitori hanno insistito e lottato affinché fosse trasferita in uno dei centri di eccellenza per le cure pediatriche, scegliendo così l’ospedale Gaslini di Genova.
Appena atterrata, la bambina è stata subito ricoverata nel reparto di rianimazione dove riceverà non solo le cure mediche di cui ha bisogno ma anche la cura umana che è necessaria in questo e in ogni altro caso di sofferenza in generale.
Probabilmente quello che più colpisce della vicenda di Tafida Raqeeb, a prescindere da quale sarà l’evoluzione della sua situazione clinica, è il fatto che c’è stato un lieto fine in itinere, segno e confine di un prosieguo più sereno per lei e per i cari che le sono accanto.
Le vicende simili a quelle di Tafida (si pensi a Charlie Gard, Alfie Evans, o anche il caso dell’adulto Vincent Lambert) non ci avevano mai preparato ad una cosa simile. Queste vicende hanno tutte un elemento in comune: i protagonisti non possono difendersi con nient’altro che con la loro storia, giorno dopo giorno, respiro dopo respiro, battito dopo battito. E mai era successo che tali storie fossero giudicate degne di essere riconosciute come Vita, quindi come esistenze nel pieno diritto di continuare ad essere. Invece a Tafida è successo e questo, sì, è un lieto fine che fa percepire che nel caos dei dubbi, degli scetticismi e della non fiducia figli delle più diverse e umane fragilità, qualcosa parla più forte e dice una parola che è verità, concretezza e realtà, oltre ogni “è impossibile”, oltre ogni “non c’è speranza”: la Vita.