Cosa dobbiamo pensare di chi commette suicidio in nome della libertà? In questa categoria, ovviamente, non includo gli attentatori suicidi perché il loro proposito è di uccidere altre persone con un metodo di omicidio che richiede la loro stessa morte. Penso piuttosto a chi si toglie la vita come atto politico come Siamak Pourzand, un nome ben noto a chi segue la lotta per i diritti umani in Iran che il 29 aprile ha deciso di suicidarsi gettandosi dal balcone del suo appartamento a Teheran. (Huffington Post)
Con le proteste che divampano, non solo in Egitto, ma in tutto il mondo arabo, la questione iraniana agita più che mai le cancellerie occidentali. L’esempio della Repubblica Islamica, infatti, rischia di essere un pericoloso modello per i manifestanti che potrebbero confondere la rivoluzione contro un regime con l’instaurazione di uno ancora peggiore. Anche per questo è particolarmente importante visionare il documentario Iranium, che verrà proiettato in anteprima il prossimo 8 febbraio alla Heritage Foundation di Washinghton, DC.
A dispetto dei pronunciamenti ostili della Guida Suprema, Ali Khamenei, ieri notte gli iraniani non hanno rinunciato alle celebrazioni dello Chahar-Shanbeh Souri, tipica ricorrenza persiana che precede di una settimana il Capodanno (Nooroz). Le strade, le piazze e i luoghi di ritrovo si sono riempiti di folla in festa attorno ai tanti fuochi accesi in tutto il paese.