Tagliare le pensioni d’oro. Ai killer palestinesi

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Tagliare le pensioni d’oro. Ai killer palestinesi

26 Ottobre 2011

Si dice abitualmente che i palestinesi sono divisi in due, gli integralisti islamici di Hamas da una parte e i cosiddetti moderati dell’ANP dall’altra. Con l’Autorità Nazionale si tratta, si negozia, si tengono aperti tutti i possibili canali di comunicazione, e prima del colpo di testa di Abu Mazen alle Nazioni Unite anche il presidente americano Obama sembrava aver assunto una posizione di equidistanza tra i palestinesi della West Bank e il tradizionale alleato israeliano. 

Oggi si scopre che Hamas pagherà un bonus di 2000 dollari a testa ad ognuno dei killer liberati dallo Stato ebraico nel quadro degli accordi che hanno portato alla liberazione del caporale Shalit, una operazione che, è inutile nasconderselo, ha rafforzato la posizione del partito islamista. Lo stipendio agli assassini non ci sorprende, visto che i dirigenti di Hamas, a Gaza e all’estero, di quei killer sono stati i mandanti; ma per le anime belle della comunità internazionale la notizia è un’altra. Ebbene sì, per non farsi mancare niente anche l’ANP ha scelto di versare un contributo agli ergastolani che hanno riavuto la libertà. L’importo non è ancora stato specificato ma del resto sono anni che Abu Mazen paga la pensione alle famiglie di chi è finito nelle prigioni israeliane. 

E secondo voi da dove arrivano i soldi per la busta paga degli assassini? Non certo dai forzieri dell’ANP né dal presunto "boom" economico della West Bank, ma dalle tasche dei Paesi occidentali, dagli Stati Uniti e dall’Europa, che ogni anno versano grosse cifre per aiuti economici, per lo sviluppo e per la cooperazione, ai palestinesi "buoni" che dovrebbero difenderci da quelli "cattivi". Milioni di dollari e altrettanti euro per non bloccare quell’eufemismo chiamato processo di pace.

Ora, sappiamo che il Congresso degli Stati Uniti è in subbuglio per la storia dei versamenti in bianco all’ANP. Sappiamo anche che l’euroburocrazia di Bruxelles attende al varco l’Italia e il premier Berlusconi sulla questione dell’innalzamento dell’età pensionabile. E allora un suggerimento al direttorio europeo ci sentiamo di darlo, sperando che anche i congressisti americani si mettano di traverso rispetto all’equilibrista Obama: va bene che ormai a Washington e Bruxelles si parla solo di crisi economica e rigore dei conti pubblici, ma non sarebbe un bel segnale quello di tagliare le pensioni d’oro dei killer palestinesi?