
Tagliare le province, il Governo ci riprova

05 Luglio 2013
Abolire la parola "province", dice Letta. Il Governo ci prova di nuovo. Sul tema, il Consiglio dei Ministri è stato sintetico: un ddl con tre articoli che come intento quello di modificare l’articolo 114 della Costituzione. Riaprendo la partita dopo la decisione della Consulta.
Nella nuova dizione prevista dal Ddl costituzionale l’articolo diventerebbe "La Repubblica è costituita dai Comuni, dalle Regioni e dallo Stato", eliminando il riferimento alle province e cancellando tutti gli altri passaggi sugli enti della discordia dalla Carta.
Eventuali altri corpi intermedi dovranno essere a costo zero: "sentita la popolazione regionale, possono essere istituiti e disciplinati, senza oneri per lo Stato, enti locali per l’esercizio di funzioni di governo dell’area vasta e di coordinamento dei comuni", si legge nel documento.
La riforma andrà a regime sei mesi dopo l’approvazione della legge statale, a occuparsene saranno le Regioni e se queste ultime non dovessero provvedere le province saranno comunque soppresse. Letta annuncia che bisognerà salvaguardare i lavoratori e le funzioni degli enti eliminati.
"Abbiamo ritenuto necessario intervenire al maggior livello possibile, abrogando la parola Province da tutti gli articoli della Costituzione. Ci sentiamo vincolati a quell’impegno. Spero che il Parlamento lo approvi nel più rapido tempo possibile", conclude il premier.
Secondo il ministro per le Riforme, Gaetano Quagliariello, "non è un provvedimento ad hoc né un accanimento terapeutico nei confronti delle province ma consente di intervenire con una legge ordinaria per riorganizzare enti territoriali. Ci siamo posti un’esigenza di governo, in attesa di conoscere le motivazioni della sentenza della Consulta".
E ancora: "Oggi sono state poste le premesse. Quando ci saranno le motivazioni della sentenza, il ministro Delrio proporrà un intervento attraverso una legge ordinaria per uscire da policentrismo anarchico che ha caratterizzato gli enti territoriali".
Sempre nel Cdm di ieri è stato avviato l’esame di un disegno di legge sulle lobby. che istitusce "l’elenco dei portatori di interessi particolari".