Il Natale si avvicina e così il tempo dei regali. Per non lasciare gli alberi britannici senza pacchi dono, il governo Brown ha in programma un pacchetto fiscale da 20 miliardi di sterline, pari all’1% del Pil inglese. Il ministro delle Finanze britannico, Alistair Darling, ha annunciato il piano che contiene lo "stimolo fiscale" annunciato dal premier nel corso dell’ultimo G20 a Washington.
Il punto centrale del piano è il taglio dell’Iva che verrà portata dall’attuale 17,5 per cento al 15 per cento, il minimo consentito dalla Unione europea. Il ministro Darling lo ha annunciato in un’audizione alla camera. Il piano di sostegno all’economia varato dal governo sarà finanziato anche con l’aumento dell’aliquota massima dell’imposta sui redditi dal 40 per cento al 45 per cento per chi ha entrate superiori alle 150mila sterline; comunque l’aumento della tassazione non scatterà prima dell’aprile 2011. Il calo dell’Iva di due punti e mezzo potrebbe costare allo Stato inglese 12,5 miliardi di sterline l’anno e l’aumento dell’imposta dovrebbe colmare questo mancato guadagno nelle casse pubbliche.
L’effetto della manovra dovrebbe essere efficace nel giro di pochi giorni per incentivare il consumo durante il periodo natalizio, momento cruciale per dare il via alla ripresa economica e porre un freno al periodo di deflazione. La riduzione dell’Iva, comunque, sarà solo temporanea, dovrebbe tornare al tasso del 17,5 per cento nel 2010, quando si prevede che la situazione economica si sia stabilizzata. L’adozione di questa misura è vista con scetticismo da Germania e Francia che la ritengono non appropriata per contrastare il rallentamento dell’economia.
Per il cancelliere Angela Merkel: “Il taglio generalizzato dell’Iva è una risposta scelta da alcuni Paesi ma non quella giusta per Francia e Germania”. Concorda con il premier tedesco anche il ministro dell’economia francese Christine Lagarde per la quale “quando si abbassa l’Iva, non si sa mai chi se ne avvantaggia”. I due stati sembrano quindi poco disposti a imitare la Gran Bretagna. Contrari anche i conservatori inglesi, convinti che il pacchetto di misure prese dal Premier comporterà l’aumento futuro della pressione fiscale. Per questo hanno lanciato una campagna mediatica per contrastare il piano Brown. George Osborne, il ministro dell’Economia del governo ombra conservatore, è convinto che “Brown sta trascinando il paese verso la bancarotta e lascerà un enorme bomba inesplosa nel recupero dell’economia inglese”.
Brown difende il piano anti-crisi che prevede l’immissione di svariati miliardi di sterline nel circuito economico per tentare di allontanare lo spettro della recessione. Il primo ministro vuole unire una politica monetaria a una di budget dinamica per sostenere l’attività economica nei prossimi mesi. Nella sua visione la Gran Bretagna necessita di un nuovo approccio per vincere la crisi finanziaria mondiale e di conseguenza serve una politica di budget statale dinamica e audace.
In precedenza il governo inglese aveva segnalato una revisione della stima di crescita del Pil del 2008 allo 0,75 per cento dall’1,75-2,25 per cento indicato in precedenza. Gli inglesi puntano quindi sulle riforme per rilanciare l’economia e sconfiggere la crisi attuale. Intanto il banco di prova dei consumi, cioè il periodo natalizio, si avvicina. Nel suo rapporto mensile sul commercio la Banca d’Inghilterra ha avvisato: “I britannici stanno abbandonando lo shopping come attività di svago”. Nonostante le vetrine dei negozi siano già allestite per il periodo festivo, le grandi catene si preparano a un Natale nerissimo. E c’è chi ha proposto di far partire i saldi prima del 25 dicembre. Per salvare quel che sembra essere la festività peggiore per i commercianti.