Strage Bologna, Boldrini e gli applausi a targhe alterne
02 Agosto 2013
di redazione
Il presidente della Camera Laura Boldrini ricorda la strage di Bologna, dal palco davanti alla stazione dove nel 1980 scoppiò la bomba che fece 85 morti e 200 feriti. "Quella mattina ero qui a Bologna", ricorda Boldrini, "Giovane studentessa marchigiana in cerca di un alloggio in affitto per iniziare l’università…". Boldrini ricorda lo sgomento della città, l’entrare di una intera generazione nella "età della consapevolezza", caratterizzata da "tre eventi tragici e ancora oggi circondati da ombre e misteri: il rapimento e l’uccisione di Aldo Moro, la strage di Ustica e quella di Bologna. Tre eventi che anno segnato la nostra vita". Applausi convinti sotto il palco, dai familiari delle vittime, dalle persone presenti alla cerimonia. Anche l’anno scorso si era applaudito a un tecnico, il ministro Cancellieri. E’ forse una inversione di tendenza. Dal 2001 al 2011 infatti quella stessa piazza ha sempre contestato i rappresentanti del Governo venuti a rendere omaggio alle vittime, che fossero politici di destra o di sinistra, Amato piuttosto che Bondi, Fini e Casini piuttosto che Damiano, Pisanu o Lunardi. Contestazioni, bella ciao intonate per scacciare Buttiglione, finché, tra il 2010 e il 2011 il governo decise di non partecipare più ufficialmente alle celebrazioni. Poi la riappacificazione con il tecnico Cancellieri. E quest’anno i lunghi applausi a Boldrini. Peccato però che neanche stavolta le istituzioni abbiano detto una parola in più sui mandanti delle stragi. Un discorso toccante, quello di Boldrini, ma viene da chiedersi cos’è che fa scattare l’applauso oppure no.