Stupri. A Roma è caccia aperta ai due violentatori: c’è un identikit
16 Febbraio 2009
di redazione
A Roma è caccia aperta ai due uomini che ieri nel tardo pomeriggio hanno aggredito una coppietta di fidanzatini vicino al parco della Caffarella, picchiando lui e violentando lei.
Superato lo shock iniziale, il ragazzo sarebbe riuscito a fornire alla Questura alcune indicazioni sull’abbigliamento degli aggressori e sulla capigliatura di uno dei due. Secondo le ultime informazioni, ci sarebbe anche un identikit: naso da pugile e capelli lunghi e neri. Sul luogo dello stupro, individuato in tarda serata dalla polizia, inoltre, sarebbero state trovate tracce definite "importanti" per il "proseguo delle indagini".
"Stiamo facendo tutto ciò che è umanamente possibile — ha spiegato il questore Giuseppe Caruso — non ci fermeremo finché non li avremo presi. Lo dobbiamo soprattutto alla ragazza e alla sua famiglia. Le prime 48 ore sono fondamentali per le indagini".
Nel quartiere dell’Appio Latino aumenta intanto la rabbia, la paura e il timore che sfoci in episodi di xenofobia diffusa. Come quella della scorsa notte quando alcuni ragazzi del quartiere, col volto coperto da passamontagne e armati di mazze di legno, hanno aggredito quattro rumeni in un locale turco e hanno infranto le vetrine con i bastoni. Nella stessa zona, poco prima, c’era stata una manifestazione di Forza Nuova per protestare contro lo stupro nel parco della Caffarella.
Da oggi intanto accanto alla polizia italiana ci saranno i primi 15 ufficiali romeni, che aiuteranno le autorità locali per il contrasto della criminalità organizzata. La task force è stata istituita in base ad accordi stretti dal prefetto della Capitale Antonio Manganelli con il suo omologo di Bucarest. Il Viminale ha informato inoltre che a giorni dovrebbe essere rafforzata con l’invio di altri dieci uomini dalla Romania.
Nel frattempo il ministro della Semplificazione normativa Roberto Calderoli ripropone la polemica misura della "castrazione chimica" per gli stupratori, mentre il responsabile del dicastero della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, si chiede se siano "proprio necessari tanti corpi di polizia con propri apparati, spesso non coordinati fra loro".