Tangenti. Secondo Gip Trenitalia non isolata ma parte di un cartello diffuso

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Tangenti. Secondo Gip Trenitalia non isolata ma parte di un cartello diffuso

06 Luglio 2010

Altri gruppi, oltre a quello individuato dai magistrati di Napoli nell’inchiesta su tangenti negli appalti Trenitalia, opererebbero "in modo illecito nel settore delle commesse ferroviarie" e il sistema di "cartelli illegali" sarebbe "diffuso". Lo si legge nell’ordinanza del Gip. "Dagli spunti che sono affiorati nel corso delle investigazioni – riferisce il documento del giudice – sembra che il gruppo Arena-De Luca-Carassai sia solo uno tra quelli che operano in modo illecito nel settore delle commesse ferroviarie. Pare che il sistema dell’accordo fra imprese che si costituiscono in cartelli illegali e fra queste e la dirigenza ferroviaria sia diffuso perchè genera arricchimento agevole per tutti tranne che per la generalità dei cittadini – utenti – contribuenti".

Oltre a Raffaele Arena e Fiorenzo Carassai, ex dirigenti di Trenitalia nei cui riguardi è stata disposta la custodia in carcere per tangenti legate al conseguimento di appalti, sono indagati nell’inchiesta altri sei dirigenti della società del gruppo Ferrovie dello Stato. Sono Ferdinando Gambardella, in qualità di direttore regionale per la Campania di Trenitalia; Sabrina De Filippis, direttore regionale per la Puglia; Federica Di Pomponio, funzionario di una sezione di manutenzione; Vincenzo Salvucci, responsabile del settore ingegneria manutenzione corrente regionale; Alessandro Verni e Domenico Longaretti, entrambi dirigenti in servizio presso la Direzione passeggeri regionale di Trenitalia (alcuni degli indagati ricoprono oggi altri incarichi rispetto a quelli per i quali sono sottoposti a indagini). Nei loro riguardi – come emerge dall’ordinanza di custodia cautelare notificata agli arrestati – è ipotizzato il reato di concorso esterno nell’associazione per delinquere finalizzata alla corruzione e alle turbative d’asta. Secondo i pm Curcio e Woodcock, in momenti e con ruoli diversi, gli indagati avrebbero fatto avere a Fabrizio Carassai (uscito da Trenitalia lo scorso 31 dicembre) notizie sugli appalti; avrebbero fornito supporto all’ex dirigente di Trenitalia per pilotare appalti in favore della Fd Costruzioni dei fratelli De Luca; e, infine, avrebbero fornito a Carassai informazioni sulle indagini in corso da parte della magistratura partenopea.

Spunta anche il nome dell’arcivescovo di Napoli, cardinale Crescenzio Sepe nell’inchiesta, anche se in questo caso il cardinale è solo citato in una intercettazione e non è in alcun modo coinvolto nelle accuse (a differenza dell’inchiesta di Perugia sui grandi appalti dove è indagato per corruzione) ma soltanto chiamato in causa da alcuni degli arrestati.