Tecnè, 33% famiglie italiane temono peggioramento economico
18 Settembre 2016
Le famiglie che prevedono un miglioramento della situazione economica dell’Italia nei prossimi 12 mesi scendono di 20 punti percentuali rispetto a gennaio. Salgono, invece, quante temono un peggioramento: 33% ad agosto rispetto al 21% di gennaio.
Per la prima volta, negli ultimi 12 mesi, il dato negativo supera di gran lunga le prospettive degli ottimisti. Questa dinamica è accentuata se si osserva il sub-campione relativo a lavoratori dipendenti, pensionati e disoccupati. La quota di quanti temono un peggioramento sale al 37%, mentre scendono al 23% le famiglie che si attendono un miglioramento delle condizioni economiche del Paese. Anche tra le imprese si registra un deciso calo della fiducia.
A novembre il 31% prevedeva un miglioramento della situazione economica generale, mentre ad agosto la quota scende al 14%. Il dati rilevante, comunque, è che il calo delle attese è in una percezione di stagnazione. E, allo stesso tempo, peggiore anche la percezione relativa alle aspettative personali (cioè della propria famiglia o impresa).
Per il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, “i dati della ricerca non stupiscono, vista la situazione dell’occupazione, in particolare dei giovani e il numero altissimo di persone in povertà assoluta. Sono tutte condizioni che verifichiamo quotidianamente nel rapporto con le persone e che identificano la differenza tra propaganda e realtà della condizione degli italiani. Per questo è urgente un cambiamento di fondo nelle politiche economiche e sociali, con interventi strutturali e non una tantum. Occorrono investimenti, a partire da quelli pubblici, per rilanciare nell’immediato e in prospettiva lo sviluppo. Occorre puntare sull’elemento di fondo dell’occupazione nella futura manovra economica, come la Cgil indica con le proposte avanzate con il suo Piano del Lavoro“.
Seppur con dinamiche meno accentuate, peggiora anche la percezione relativa alle aspettative personali (cioè della propria famiglia o impresa). Tra le famiglie le attese positive passano dal 14% di gennaio al 10% di agosto (erano al 12% un anno fa). Tra i lavoratori dipendenti, pensionati e disoccupati, gli ottimisti scendono al 7% rispetto al più recente picco di aprile (11%) e all’10% di un anno fa. Per quanto riguarda le imprese le attese positive hanno avuto il massimo a marzo di quest’anno (25%) per toccare il minimo ad agosto (16%).
Non sono dati da sottovalutare. Perché la fiducia economica è uno degli indicatori più importanti in quanto misura le aspettative delle persone rispetto alla situazione generale del Paese e a quella personale. E queste percentuali testimoniano che, con buona pace del governo Renzi, l’Italia non sta ripartendo.