Tedesco è il capro espiatorio in una vicenda che coinvolge tutto il centrosinistra

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Tedesco è il capro espiatorio in una vicenda che coinvolge tutto il centrosinistra

08 Aprile 2011

Vicenda strana, quella del senatore ed ex assessore alla Sanità pugliese Alberto Tedesco. Socialista uscito indenne da Mani Pulite, ha mantenuto una notevole clientela, anche grazie agli importanti interessi nella Sanità detenuti da lui e dalla sua famiglia. Nel 2005 tornava alla ribalta della politica pugliese come uno dei principali sponsor del governatore Vendola, sia nella fase delle primarie di coalizione, quale rappresentante dei socialisti, sia successivamente. Nichi Vendola, pur conoscendo bene gli interessi personali e patrimoniali di Tedesco e della sua famiglia nel settore sanitario, lo metteva a capo del dicastero che controllava l’80% del bilancio della Regione in quanto, a suo dire, nessun altro nel centrosinistra capiva nulla in materia sanitaria.

Dal 2005 al 2009 si sviluppava l’epopea del centrosinistra pugliese, con Emiliano a Bari, Vincenzo Divella in Provincia e Nichi Vendola alla Regione. Erano anche gli anni che coincisero, seppure parzialmente, con Romano Prodi presidente del Consiglio a Roma. In questi quattro anni la Sanità è stata gestita come fosse un affare personale della famiglia Tedesco. Secondo il Gip che ha richiesto l’arresto, in pratica non esisteva neppure una nomina che non rispondesse a criteri esclusivamente politici. Oltre a vicende che riguardano più direttamente le forniture ospedaliere e lo smaltimento dei rifiuti, che sono comunque il centro dell’indagine sviluppata dalla Procura di Bari.

A seguito di una serie di episodi criminosi, comprovati da numerosissime intercettazioni ed informazioni dirette, il Pm ha richiesto quindi l’arresto di Tedesco, circa un mese fa. Il Gip, con un’ordinanza per certi aspetti mirabile, accoglieva la richiesta del pm e rimetteva gli atti alla competente Giunta del Senato cui, nelle more, Tedesco era approdato.

Anche l’arrivo di Tedesco a Palazzo Madama ha un antefatto ormai noto. Tedesco non fu eletto nel 2008. Per farlo approdare a Palazzo madama il Pd ha dovuto spedire l’ex sottosegretario all’agricoltura Paolo De Castro, allora senatore, a Bruxelles. I maligni dissero che tale candidatura era stata determinata proprio dalla volontà di salvare Tedesco da una prevedibile richiesta di arresto. Difatti, lo scandalo della Sanità pugliese era scoppiato pochi mesi prima, giusto in tempo perché Vendola facesse piazza pulita degli assessori coinvolti nella pessima gestione della sua precedente esperienza di governo e si presentasse vergine all’appuntamento elettorale del 2010.

Ad ogni modo, dalla richiesta di arresto ad oggi, qualcosa è cambiato negli equilibri del Pd in Puglia. Tedesco ha incominciato a lamentarsi di essere stato “scaricato” da Vendola e da Emiliano, ha rivendicato una disparità di trattamento tra la sua posizione e quella del governatore che, come dice tra le righe lo stesso Gip De Benedictis che ha disposto l’arresto del senatore, non poteva non essere a conoscenza di cosa stava combinando il suo assessore alla Sanità.

E il Pd, che pure aveva consentito l’entrata in Senato di Tedesco, oggi ha cambiato idea ed ha votato, sia pure in Giunta, in modo da consentire l’arresto. In realtà Alberto Tedesco è un personaggio che muove decine di migliaia di voti. Nella sua scuderia ha giovani politici di sicuro valore. E’ stato utilizzato al momento delle elezioni amministrative con la promessa dell’immunità e poi, nel più puro stile utilitarista e cinico, messo da parte.

Un senatore che viene arrestato per reati connessi alla sua funzione politico-amministrativa diventa un precedente importante. Come aveva osservato il senatore Barbone, i precedenti di autorizzazione all’arresto, infatti, riguardavano fattispecie molto più gravi (terrorismo, strage, etc). Se verrà autorizzato l’arresto di Tedesco anche dall’aula, la magistratura avrà rafforzato la propria posizione. Anche se, nel caso di specie, ci sono tutti gli elementi perché una tale misura cautelare sia comminata. Tedesco, in effetti, continua a gestire un potere notevole, le sue aziende prosperano, ed il suo principale competitor, Gianpaolo Tarantini, è caduto in disgrazia ed ha subito il fallimento della sua principale azienda. Ma Vendola ed Emiliano si sono convinti di poter fare da soli, hanno voltato le spalle all’ex amico che ha avuto il torto di alzare la voce, evidentemente consapevole di dove si sarebbe andati a parare.

Tedesco, se ha sbagliato, dovrà pagare e chiedere scusa ai cittadini pugliesi. Ma i pugliesi vorrebbero sentire anche le scuse di chi ha determinato la situazione in base alla quale l’ex assessore ha potuto far danni, di chi ha fatto finta di non vedere per quattro anni, per poi svegliarsi dal sonno e stracciarsi le vesti. Intanto, gli amici di Vendola sono stati avvisati.