Tel Aviv, nello zaino col mitra e il Corano
02 Gennaio 2016
di redazione
Capodanno di sangue a Tel Aviv, in Israele, dove un 29enne arabo israeliano ha sparato in un bar del centro, l’Hasimta, facendo due morti e almeno sette feriti (due in gravi condizioni). Il giovane è entrato nel locale a volto scoperto, vestito di nero, con occhiali da sole, armato di un fucile automatico. Le autorità non hanno ancora chiarito se si è trattato di un attentato terroristico, forse di matrice nazionalista-palestinese, o se c’è una motivazione diversa (una pista seguita è quella di una vendetta contro la polizia), fatto sta che ora servizi di sicurezza e Shin Bet sono sulle tracce dello sparatore in fuga. L’uomo vive a Wadi Ara, nel nord di Israele, ed è stato riconosciuto proprio dal padre che ha visto in tv le immagine tratte da una telecamere di sorveglianza. Nella borsa che il giovane ha lasciato dietro di sé in un negozio di alimentari, c’era una copia del Corano. Le due vittime sono Shimon Ravim, trent’anni, e Alon Bakal, gestore del pub. In una nota di Palazzo Chigi, si esprime al premier Netanyahu "il cordoglio del governo italiano" a nome del presidente Renzi, "per il vile, odioso attentato di Tel Aviv".