Telefonate e email controllate, Giudici e Congresso Usa sapevano tutto
07 Giugno 2013
di redazione
Difendendo il Prism, il programma di intercettazioni telefoniche ed elettroniche, Obama apre una serie di questioni sulla natura e il modo in cui è stato applicato il piano anti-terrorismo, come lo definisce la Casa Bianca. La National Security Agency, infatti, avrebbe intercettato per errore i messaggi email e le chiamate degli americani, cittadini che niente avevano a che fare con il terrorismo. Si apprende anche che il Dipartimento di Giustizia avrebbe comunicato che c’erano stati degli errori a un organismo di sicurezza giudiziario con l’intento di distruggere i dati accumulati. Del resto, lo stesso direttore della Nsa nei giorni scorsi aveva chiarito che si è trattato di una "sensibile operazione di intelligence nazionale".collection program” after its existence was disclosed by the Guardian newspaper. L’incursione degli analisti della Nsa nelle vite degli americani sarebbe stata quindi un errore di digitazione, che però ha minato la privacy di un grande numero di americani. L’incidente, dicono fonti anonime, avrebbe provocato grossi problemi al Dipartimento di Stato che rappresenta la Nsa davanti alla corte federale. L’attorney General, Eric Holder, avrebbe rassicurato i giudici sul fatto che il Governo avrebbe preso delle precauzioni per evitare che simili episodi potessero ripetersi. Lo stesso Dipartimento ha confermato al New York Times che nel 2009 furono presi dei provvedimenti per risolvere il problema che si era aperto con la Nsa. Nel 2012, il senatore democratico Ron Wyden, avrebbe ricevuto una lettera di un ufficiale della intelligence in cui si diceva che le operazioni del Piano Prism erano "irragionevoli rispetto al Quarto Emendamento" della Costituzione americana. Anche la corte federale avrebbe preso in considerazione l’ipotesi di un "aggiramento" delle leggi.