Tempa Rossa, il successore di Guidi e il referendum: Renzi e Delrio corrono ai ripari

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Tempa Rossa, il successore di Guidi e il referendum: Renzi e Delrio corrono ai ripari

08 Aprile 2016

Bisognerà aspettare il referendum sulle trivelle per avere il nome del nuovo ministro dello sviluppo economico destinato a succedere alla dimissionaria Federica Guidi? Così sembra a leggere la stampa e a sentire le indiscrezioni, a una settimana di distanza dal passo indietro dell’ex titolare del dicastero e a qualche giorno di distanza dalla visita della procura di Potenza al ministero di Maria Elena Boschi. Nel consiglio dei ministri che si è svolto venerdì sera la delicata questione della nomina è passata in cavalleria, in attesa che le acque si calmino e nella speranza che la consultazione referendaria non si riveli qualcosa di molto simile ad un colpo di grazia.

Per ora sono stati fatti diversi nomi come successori della Guidi, più politici che tecnici ma visto che l’inchiesta va avanti, e visto che è stato tirato in ballo anche Delrio – il quale reagisce con forza a ogni illazione – l’impressione è che sia meglio aspettare sulla nomina e tenersi (Renzi) un altro po’ di tempo l’interim. Somiglia alla posizione presa dal Pd (renziano) sul referendum, wait and see, stiamo a vedere che succede e intanto invitiamo gli italiani ad andare a mare. Nella puntata odierna di Otto e Mezzo lo scenario per Renzi si è fatto più fosco: il problema, lo scontro che si è aperto con la magistratura, potrebbe estendersi oltre il referendum del 17 verso l’appuntamento ben più importante sulle riforme.

Basta con il dire “ministri mafiosi, perchè il discredito sulle istituzioni fa male al Paese”, ha detto Delrio dalla Gruber. “Io non mi faccio dare del mafioso, perche’ ho dei figli”. Figli che “sono un po’ preoccupati, ho spiegato loro che è roba molto romana. Domenica rinuncio a tutti miei impegni e torno a casa”. E a proposito delle intercettazioni legate all’inchiesta su Tempa Rossa, Delrio ha osservato che “pubblicare conversazioni private tra Guidi e il fidanzato non è segno di civiltà”.

“Non diamo corso ai pettegolezzi,” ha spiegato Renzi. “Laddove ci sono indagini, abbiamo pieno rispetto per la magistratura e speriamo che possa arrivare a sentenza, fino al terzo grado di giudizio perchè così prevede la Costituzione più bella del mondo, che non soltanto difendiamo ma che abbiamo anche letto. Diamo una mano ai magistrati perchè possano arrivare alle sentenze, facciamo il tifo per loro”. “Si ferma il ladro non le opere pubbliche”, ha aggiunto. Peccato però che gli errori del governo sulla questione energetica, come su molti altri punti dell’agenda dell’esecutivo, siano stati molti e ripetuti, anche prima che scoppiasse il caso Tempa Rossa.