Tenacia e dignità reale. La corona di Elisabetta II compie 60 anni

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Tenacia e dignità reale. La corona di Elisabetta II compie 60 anni

06 Febbraio 2012

“Io dichiaro davanti a voi tutti che tutta la mia vita, sia essa lunga o breve, sarà dedicata al vostro servizio e al servizio della nostra grande famiglia imperiale a cui tutti apparteniamo”. Elizabeth Alexandra Mary aveva solo 21 anni quando pronunciò queste parole. Parole che appena quattro anni dopo, precisamente  il 6 febbraio del 1952, da promessa futura si sarebbero tramutate di colpo, con la morte improvvisa del padre re Giorgio IV, in un impegno presente e a tempo indeterminato. Quella ragazzina ausiliaria durante la guerra e amante dei motori sarebbe diventata Elisabetta II, regina del glorioso Regno Unito.

I 60 anni di corona che festeggia oggi con il Diamond Jubilee non superano di certo quelli di Vittoria che sul trono ci è rimasta quattro anni in più, ma bisogna ammettere che rispetto ai suoi avi deve essere stato molto più difficile per Elisabetta, in un’epoca in cui la moralità e l’austerità ottocentesca erano venute meno, affrontare 450 impegni ufficiali all’anno tentando di essere sempre e comunque dalla parte della gente mentre il resto della famiglia veniva sbattuto sulle prime pagine dei tabloid a causa di scappatelle, matrimoni sempre sull’orlo dello scandalo e la loro palese inadeguatezza al ruolo reale.

Lei però, è sempre stata integerrima, conservando intatto il rispetto e la fedeltà della maggioranza dei suoi sudditi ed evitando che il gossip più corrosivo scalfisse la sua immagine e quella di “The Firm”, la famiglia reale. E la ricorrenza che si celebra quest’anno cade a pennello perché assieme al successo ottenuto con il matrimonio di William e Kate, è funzionale proprio a far risplendere l’aura monarchica che si era affievolita nel ’97 quando, solo grazie all’intervento dell’allora Primo Ministro Tony Blair, Elisabetta tenne un discorso pubblico in ricordo della detestata nuora Diana, morta tragicamente nel tunnel dell’Alma. Una luce che ha rischiato di venire offuscata durante tutto il corso del suo regno proprio da ciò che le permetteva di brillare, il principe Filippo di Edimburgo, l’unica persona che – anche a detta del nipote Harry – Elizabeth abbia davvero amato, nonostante i suoi molteplici tradimenti.

La regina è sempre stata più forte di tutto e ha anteposto la dignità reale a ogni cosa. La sua anima ‘spietata’  è leggendaria e a testarla sono stati i suoi più stretti consanguinei: suo figlio Carlo a cui fa rincorrere una corona che non intende in nessun modo calargli sulla testa, e sua sorella Margaret che anche sul letto di morte non le avrà perdonato di non averla appoggiata nell’amore proibito per il colonnello Townsend.

Ma ‘the Queen’, nonostante il titolo altisonante, è sempre stata anche molto pratica – la foto di lei che tirava con decisione il collo di un fagiano della riserva fece il giro del mondo – e ne ha dato prova in più occasioni. Due esempi lontani tra loro nel tempo lo testimoniano: prima delle sue nozze raccolse le tessere del razionamento per procurarsi il tessuto dell’abito da sposa; recentemente, nel pieno della crisi economica, è andata a protestare alla City non solo per i soldi che lei aveva direttamente perso, ma anche a nome di tutti i risparmiatori. Una praticità di facciata, potrebbero dire alcuni, ma che viene resa, però, più reale dalla consuetudine, sin dai tempi di Churchill, di ricevere ogni settimana il primo ministro britannico di turno per sapere come vanno le cose senza rinunciare a bacchettare questa piuttosto che quella scelta politica.

Insomma, forma e sostanza. Elizabeth agli occhi della maggior parte degli inglesi riesce a tenere sul piatto della bilancia entrambi gli elementi. Del resto anche il premier David Cameron si è affrettato a ribadirlo all’alba di questo festante 6 febbraio: “Vederla come un soprammobile scintillante significa fraintendere la Costituzione. Sempre risoluta e sempre rispettata, la regina è una fonte di saggezza e continuità”. E pare che, nonostante i suoi 85 anni, Elizabeth sia decisa ad esserlo ancora per molto. Ne è prova il rinnovo, stamani, di quella promessa fatta tanti anni fa di guardare al futuro con “mente chiara e buon cuore” (magari tentando di superare il primato della sua antenata vittoriana). Vista la tenacia, l’augurio migliore che le si possa fare è intonare con mano sul petto God save the Queen.