Termini Imerese: Passera boccia Di Risio, trattative verso il naufragio
15 Giugno 2012
Con l‘ultimo “uno-due” incassato, il patron della Dr Motor, Massimo Di Risio, rischia di finire definitivamente a tappeto. E con lui il progetto di rilancio dell’ex stabilimento Fiat di Termini Imerese. Dopo aver marcato visita lo scorso 4 giugno (quando era atteso al ministero dello Sviluppo economico con una soluzione), l’industriale molisano ha incassato la bocciatura di Corrado Passera, intervenuto mercoledì in Senato. Nel frattempo alcuni operai della fabbrica di Macchia d’Isernia sono saliti sul tetto dell’assessorato al Lavoro della Regione Molise per chiedere un intervento delle istituzioni, affinché vengano pagati loro gli stipendi arretrati. Si parla di diverse mensilità. Due novità, queste, che si prestano a un’unica chiave lettura: l’industria automobilistica molisana non dispone della liquidità necessaria per portare avanti i suoi progetti. E la crisi di certo non aiuta.
Per quanto riguarda Termini Imerese, va detto che a Di Risio sono state concesse ancora un altro paio di settimane (un nuovo incontro è previsto per il 20 giugno), ma le recenti dichiarazioni del ministro dello Sviluppo economico fanno intendere chiaramente che in realtà il tempo è ormai scaduto: "Ho preteso – ha detto Passera – di andare a vedere se chi aveva preso l’incarico di sviluppare Termini Imerese aveva trovato le risorse per fare l’investimento. Questo signore non ci ha dimostrato di avere le risorse per rispettare l’impegno che aveva firmato. Non possiamo aspettare che passino i tempi della cassa integrazione – ha concluso il ministro – senza andare a cercare qualcun altro. Anche a rischio di farci male abbiamo detto basta, tu non sei in grado, cerchiamo alternative".
Passera, dunque, non è stato affatto tenero con chi si è presentato a mani vuote all’ultimo incontro. Il 4 giugno Di Risio avrebbe dovuto annunciare l’intesa con un nuovo partner, disposto a portare in dote quei 15 milioni di euro di liquidità in grado di consentire all’azienda molisana di superare questa fase. Ma “mister X” non si è visto. Di Risio ha chiesto altro tempo. Ragion per cui il ministro, capita l’antifona, ha agito di conseguenza. Bocciandolo. A questo punto ci vorrà un miracolo per consentire a Di Risio di riacquistare quella credibilità conquistata a fatica nei mesi scorsi, quando il suo progetto di rilancio delle stabilimento siciliano convinse l’advidsor Invitalia.
Da parte sua, l’imprenditore molisano ha replicato altrettanto duramente alle parole del ministro. E lo ha fatto tramite una lettera, resa nota da Mf-Milano finanza che ne riporta stamani ampi stralci. "Tali dichiarazioni stupiscono non poco – si legge nella missiva – soprattutto perché rischiano di interrompere definitivamente le trattative che Dr Motor sta portando avanti, dopo aver avuto, solamente in data 13 aprile 2012, indicazioni dal sistema bancario sulle soluzioni da perseguire al fine di ristabilire, nell’ambito di un’azione congiunta, l’equilibrio economico, patrimoniale e finanziario di Dr Motor". Dopo aver ricordato che nei giorni scorsi il gruppo molisano aveva provveduto a presentare ai collaboratori del ministro lo stato dell’arte delle trattative, Di Risio attacca direttamente Passera. "Cio’ detto, è evidente che le Sue dichiarazioni rischiano tuttavia di pregiudicare tutte le trattative in corso, anche perché rappresentano un passo indietro rispetto a quanto stabilito nella riunione del 4 giugno 2012 (che aveva prorogato la scadenza al 20 giugno, ndr). Riunione che aveva comunque consentito a Dr Motor di proseguire nel percorso avviato, nella prospettiva di un definitivo superamento delle difficoltà insorte nell’ultimo anno e, quindi, dell’avvio del progetto Termini Imerese. Peraltro, conclude la lettera in un crescendo, "il discredito generato dagli appellativi da Lei utilizzati (‘questo signore’) nei confronti della mia persona, oltre che essere offensivo e non giustificato, non fa altro che creare ulteriori difficoltà nella finalizzazione delle iniziative in corso, rese già complicate, come detto, dal pochissimo tempo a disposizione".
Insomma, la situazione è quanto mai incandescente. E non solo sul fronte delle trattative per Termini-Imerese. Neppure la situazione che nel frattempo si è venuta a creare nella casa madre di Macchia d’Isernia aiuta. Gli operai iscritti alla Fiom (insieme ai colleghi della Fiat Powertrain di Termoli, ai quali è stata “alleggerita” la busta paga) sono saliti sul tetto dell’assessorato regionale molisano per denunciare la situazione di estrema difficoltà che stanno vivendo. "Abbiamo chiesto l’intervento della Regione e del Governo – ha spiegato Giuseppe Tarantino, segretario regionale della Fiom Molise – perché i circa cento lavoratori della Dr Motor ottengano i salari non percepiti negli ultimi mesi dello scorso anno e nei primi mesi dell’anno in corso, precedentemente alla loro collocazione in cassa integrazione. Chiediamo inoltre un piano industriale per lo stabilimento di Macchia d’Isernia, non presente in quello illustrato al Governo per Termini Imerese. E che in ogni caso – ha concluso – fa capo a un’altra società (Dr industrial, ndr)".
La simbolica occupazione del tetto dell’assessorato regionale al Lavoro ha perlomeno ottenuto un palliativo: il 19 giugno – ha annunciato Tarantino – è previsto un incontro con il presidente della Regione Michele Iorio. Il giorno successivo, invece, si saprà se Di Risio potrà o meno riaprire il discorso per Termini Imerese. L’evolversi della situazione non promette nulla di buono. Ormai tutti, o quasi, danno per scontata la bocciatura del piano industriale del manager molisano. Le sue auto low cost – salvo clamorose sorprese – continuerà a produrle solo nella sede di Macchia d’Isernia. Crisi permettendo.
Di progetto "ormai bruciato" ha parlato il segretario della Uil Sicilia, Claudio Barone, mentre il sindaco di Termini Imerese, Salvatore Burrafato, ha chiesto di richiamare in causa la Fiat. Alternative concrete per i lavoratori le ha chieste anche il segretario regionale della Cisl Maurizio Bernava. Dure le reazioni della politica, ma cambia il bersaglio. L’ex leader della Cisl Sergio D’Antoni (oggi impegnato nel Partito democratico), mette nel suo mirino il ministro Passera: "Dire che Dr Motor non offre sufficienti garanzie significa affermare qualcosa che è da mesi sotto gli occhi di tutti. Troppo tempo è stato sprecato in fiumi di parole più o meno inutili. Ora il governo deve impegnarsi subito a cercare un’alternativa vera, concreta e affidabile". Salvino Caputo, esponente del Popolo della Libertà, nonché presidente della commissione Attività produttive della Regione Sicilia, se la prende invece con Invitalia e il suo amministratore delegato, Domenico Arcuri: "Ha scelto una società che non può avviare la produzione e soprattutto che non è in grado di tutelare i livelli occupazionali. Invitalia ha fatto solo perdere tempo" .
Tutte queste dichiarazioni provenienti dalla Sicilia non fanno altro che rafforzare quella "sentenza" in qualche modo già scritta da Passera: per Massimo Di Risio non sembra esserci più futuro a Termini Imerese. Anche uno dei suoi principali sostenitori – il presidente della Regionale Sicilia, Raffaele Lombardo – sembra averlo scaricato. Tutti si stanno guardando intorno, alla ricerca di un’alternativa. Dopo i “niet” di Bmw e Hyundai, all’orizzonte ora si profila l’ipotesi Mazda (partner della Fiat). Ma anche questa strada ai più non appare percorribile. Di Risio sotto sotto lo spera. Solo l’assenza di un’alternativa valida potrà dargli il tempo necessario per provare a rimettersi in carreggiata.