Terremoto. Benigni: “Che le promesse vengano mantenute”

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Terremoto. Benigni: “Che le promesse vengano mantenute”

16 Agosto 2009

"Ieri è venuto Berlusconi, ma non mi hanno avvertito. Se venivo anch’io, c’era un altro terremoto, si verificavano delle scosse veramente… avremmo fatto Verdone, Berlusconi e Benigni: i tre più grandi comici italiani all’Aquila". È l’ora di pranzo quando Roberto Benigni arriva al campo tre di Paganica, sotto il tendone allestito dalla Protezione civile di Trento per accogliere una parte degli sfollati colpiti dal terremoto dello scorso 6 aprile in Abruzzo. Appena arrivato, il premio Oscar si è messo a scherzare con la gente: la prima battuta, un riferimento alla sua visita, il giorno dopo il ventesimo sopralluogo del premier e la visita dell’attore e regista Carlo Verdone.

Accolto con affetto dai terremotati, Benigni – che ha accettato l’invito del capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, e del capo di gabinetto del ministero dei Beni culturali, Salvo Nastasi – ha pranzato nella tendopoli: prima, però, è sgusciato sotto i banchi delle cucine per provare a prendere in braccio la corpulenta cuoca Valeria e servire lui stesso alcuni pasti. "Dovrei pagare io voi per la soddisfazione di essere qui", ha detto Benigni, giunto in tarda mattinata in Abruzzo con la sua auto privata. Prima di fare tappa a Paganica ha fatto un breve giro nel centro storico dell’Aquila; poi è atteso a Onna, cittadina simbolo del sisma, e poi ancora nella scuola della Guardia di finanza di Coppito dove incontrerà altri sfollati prima della proiezione di alcuni suoi film nell’ambito della rassegna Campi sonori.

"Controlleremo che le promesse vengano mantenute: se le cose non accadono, urlate e chiedete, non vi zittate mai": è il messaggio di impegno e di speranza che Roberto Benigni ha portato nella tendopoli di Onna, che con i suoi 40 morti è forse il paese simbolo del terremoto. Ad accoglierlo, con la moglie, Giustino Parisse, il vice caporedattore del Centro che nel terremoto ha perso due figli e il padre. Con Parisse, Benigni ha fatto una breve sosta davanti all’albero della memoria, il possente acero sotto il quale sono stati depositati i corpi delle quaranta vittime di Onna. Visibilmente provato, l’attore è poi arrivato nella tendopoli, dove ha trovato la forza di scherzare: "Sono qui, con Nastasi e Bertolaso, che ci proteggono dalle calamità. Ci devono proteggere anche dallo straripamento di Berlusconi. Bertolaso, proteggici! Berlusconi sta straripando, è in piena".

Poi più serio, rivolto ai terremotati, ha detto: "I comici devono far ridere, i politici devono fare i fatti. A loro i fatti e a noi le parole, ma talvolta una parola aiuta più di mille cose vere". E ancora: "Dante insegna che per andare in paradiso è necessario passare dall’inferno. Voi avete vissuto l’inferno. Grazie per la gioia che mi avete dato e per la possibilità di passare attraverso questa morsa di dolore. La scoperta più grande della vita è capire che il dolore può essere trasformato in gioia: dobbiamo riuscire a portare il dolore sulle spalle con gioia".

Con un applauditissimo show nell’auditorium della scuola della Guardia di finanza di Coppito, si è poi chiusa la giornata di Roberto Benigni all’Aquila. Accolto da più di mille persone, mentre altre ottocento lo seguivano su un maxischermo nella palestra adiacente, il premio Oscar è entrato in sala da par suo, saltellando sulle poltrone della prima fila e lanciando fiori al pubblico: "Mi verrebbe voglia di saltarvi addosso – ha esordito -, di prendere il primo che capita e baciarlo sulla bocca. Anche le pietre di questa città bacerei". Poi l’immancabile battuta sul premier Berlusconi: "È come l’Italia: giusto o no che sia, è il mio Paese. Sbagliato o sbagliato che sia, è il mio presidente. Ma non vi preoccupate, perchè manterrà le promesse: io e Bertolaso siamo andati a trovarlo, vestiti di nero e con poco trucco, come piace a lui, e glielo abbiamo raccomandato".

Per chiudere, Benigni ha recitato il monologo di Ulisse dal canto XXVI dell’Inferno della Divina Commedia: "Spero di tornare quando la ricostruzione sarà avvenuta, per gioire con voi e andare tutti insieme a riveder le stelle", ha concluso l’attore, citando l’ultimo verso del Purgatorio di Dante, quello che prelude al Paradiso.