Terremoto, Blundo (M5S) rilancia: favolette su magnitudo, mio è linciaggio mediatico
01 Novembre 2016
Su magnitudo e presunte manipolazioni giornalistiche sul terremoto, la senatrice di M5S, Enza Blundo, invece di scusarsi, rilancia: “C’è stato un linciaggio mediatico. Per una piccola cosa che uno posta ritenuta sbagliata ti sottopongono a questo tipo di attacchi mediatici, quando posti cose importanti che hai fatto non ti si fila nessuno: questa è la rete”. Così la Blundo in una intervita a ‘L’Espresso‘ dopo il post su Facebook in cui parlava di magnitudo del terremoto “addomesticata” per “interesse del Governo” per non pagare i risarcimenti.
“Ero nella mia casa al sesto piano nella frazione di Pettino e 7.1 di magnitudo mi sembrava abbastanza credibile. Poi sento che dicono 6.1 – spiega la Blundo -. Premesso che so per certo che all’Aquila non era 5.8, mi sono detta: “Più evidente di così!. E ho scritto quel post”. La senatrice pentastellata si è trovata al centro di una feroce polemica, costretta a cancellare e riscrivere il pensiero affidato a Facebook e – nonostante questo – subire la reprimenda del suo stesso movimento.
“Il Tg1 apre dichiarando una scossa di 7.1 e poi la declassa a 6.1, ancora menzogne per interessi economici di Governo!!!”, tuonava di prima mattina la senatrice, adombrando un possibile complotto visto che – sono sue parole – “anche il terremoto che ha distrutto L’Aquila fu ‘addomesticato’ a 5.8…Il tutto per non risarcire i danneggiati al 100%”. Il post, subito rilanciato su Twitter, diviene in poco tempo oggetto di critiche del web.
Al Pd non sembra vero di cogliere i grillini in fallo, così Andrea Marcucci apre il fuoco di fila: “anche in situazioni tragiche come quella di queste ore, non perdono occasione di scrivere bestialità“. Blundo capisce la mala parata e cambia il suo messaggio lasciando il declassamento della magnitudo, ma limitandosi a criticare solo la “finzione mediatica” aggiungendovi la solidarietà alle popolazioni colpite. Retromarcia che, però, non basta neppure ai vertici Pentastellati che con i capigruppo di Camera e Senato, Giulia Grillo e Luigi Gaetti, sconfessano la loro collega:
“Il post della senatrice Blundo non rappresenta in alcun modo il pensiero dei gruppi parlamentari M5S di Camera e Senato e dell’intero Movimento” che – come preciserà poi nel pomeriggio lo stesso Grillo – davanti a certe tragedie sente” con forza il senso di responsabilità a cui tutti siamo chiamati”. Il post della Blundo non e’ passato inosservato nemmeno ad uno dei ‘fustigatori’ del web, il direttore del Tg La7, Enrico Mentana, padre del neologismo “webeti”: “Puntuale è ricominciato il balletto sulla magnitudo ‘abbassata ad arte per non risarcire’. Non speculiamo sulla pelle della gente, per favore. Le fesserie possono attendere, se proprio non si riesce a farne a meno”.