Terremoto, concluso Cdm straordinario. Renzi: “Ricostruire non con occhio burocratico”

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Terremoto, concluso Cdm straordinario. Renzi: “Ricostruire non con occhio burocratico”

31 Ottobre 2016

E’ da poco terminato il Consiglio dei ministri convocato dal premier Renzi per estendere per la seconda volta ai territori di Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria colpiti dal terremoto lo stato d’emergenza già dichiarato in occasione del primo evento sismico del 24 agosto scorso. A breve dovrebbe svolgersi una conferenza stampa del presidente del Consiglio e del capo della Protezione civile Fabrizio Curcio.

Durante la conferenza stampa convocata a Palazzo Chigi, prima del Consiglio straordinario dei ministri, Renzi ha ripetutamente insistito sul tema della ricostruzione delle aree colpite. In consiglio dei ministri, grande attenzione del governo verso i presidente delle quattro regioni interessate, anche da parte del commissario per l’emergenza terremoto, Vasco Errani, e dal capo della Protezione civile.

In giornata, Renzi aveva detto “interverremo in fase emendativa nel decreto che ora è all’esame del Parlamento”, per allargare la zona del cratere, ovvero il numero dei comuni interessati dagli interventi post-sisma. L’elenco dei comuni messi in ginocchio dalle scosse inclusi nel decreto sarà dunque rivisto al rialzo.

Dopo il terremoto del 24 agosto, infatti, il Cdm aveva stanziato 4,5 miliardi di euro per la ricostruzione. Erano stati previsti ulteriori altri 40 milioni, dopo che il 26 ottobre scorso una nuova scossa aveva messo in ginocchio i comuni al confine tra Marche e Umbria, come Ussita e Visso. 

Silvio Lai, relatore del decreto a Palazzo Madama ha confermato: “Siamo pronti a raccogliere, senza perdere un secondo, ogni integrazione necessaria al decreto Terremoto in discussione in Senato perché i Comuni colpiti oggi siano ricompresi da subito e su di essi possano essere garantiti gli stessi interventi già previsti per quelli colpiti il 24 agosto scorso”.

Le spese per l’edilizia scolastica e per la messa in sicurezza degli ospedali saranno tenute fuori dal Patto di Stabilità per i Comuni interessati dal sisma, ha spiegato Renzi, convinto che ”nessun Comune restera’ fuori”, “case, chiese ed esercizi commerciali” saranno ricostruiti, ma “non avremo uno sguardo burocratico. Ciò che servirà per rimettere a posto lo metteremo” . 

“Anche per gli ospedali, come ogni altra struttura pubblica e bene culturale, nel decreto è già pianificata la ricostruzione con il meccanismo di Invitalia”, agenzia del governo per incentivare lo sviluppo d’impresa e altri progetti, “come centrale unica di committenza. In brevissimo tempo, valutati i Comuni e le strutture danneggiate, ci incontreremo con il commissario Vasco Errani e con il governo per procedere ai correttivi al decreto”.