Terremoto, niente tasse per gli sfollati ma la terra continua a tremare

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Terremoto, niente tasse per gli sfollati ma la terra continua a tremare

22 Maggio 2012

La terra trema ancora in Emilia Romagna. L’ultima violenta scossa, di magnitudo 3,8, alle 11.31 di stamani. Nessuna quiete per gli sfollati, in tutto cinquemilatrecento persone. Che adesso fanno i conti anche con i disagi del maltempo. L’emergenza appare comunque gestibile, grazie ai 7000 posti letto messi a disposizione dalla Protezione Civile.

Il Consiglio dei Ministri, radunatosi oggi, ha mantenuto le “promesse” del premier Mario Monti sugli interventi per affrontare l’urgenza e la fase della ricostruzione.

Dopo aver dichiarato lo stato di emergenza per le province di Bologna, Modena, Ferrara e Mantova, Palazzo Chigi ha deciso che le spese necessarie a far fronte alle esigenze locali saranno coperte dal Fondo Nazionale per la Protezione Civile, rifinanziato dal governo con 50 milioni di euro. Non si farà dunque ricorso alle tanto temute accise sulla benzina, mentre verranno rinviati i pagamenti dell’Imu per le abitazioni e i fabbricati ritenuti non agibili.

Proprio Monti aveva proposto uno slittamento dell’Imu per gli sfollati durante la visita di oggi a Sant’Agostino e Finale Emilia, i due paesi più colpiti dal terremoto. Una visita che, nelle intenzioni del presidente del Consiglio, era destinata a “portare, soprattutto, il senso di vicinanza del Governo, con tutte le sue strutture, a queste famiglie, a questa popolazione così colpita negli affetti e anche nella sua attività quotidiana”. Non è stato però sufficiente a evitare la contestazione mossa al premier da parte di alcuni cittadini di Sant’Agostino, decisi – come hanno dichiarato – “a far sentire la propria voce” per il “disagio per le tante tasse, per l’Imu” e per il timore di ritrovarsi da soli ad affrontare i costi del dopo-terremoto.

Un timore nato da una interpretazione non corretta del dl di riforma della Protezione civile, stando alle dichiarazioni del sottosegretario alla presidenza del Consiglio,Antonio Catricalà. “È sbagliato dire che l’unico modo che il decreto di riforma della Protezione civile prevede per affrontare le emergenze è l’accisa su benzina,” – ha affermato Catricalà nell’informativa alla Camera sul sisma, – “Il dl prevede un Fondo nazionale per la Protezione civile, alimentato con la legge di stabilità. Quando c’è un evento, il Fondo può esaurirsi e in questo caso si rimpingua con tagli lineari ad una serie di capitoli”. L’altra preoccupazione degli sfollati riguarda il fatto che lo stato di emergenza potrebbe essere prorogato al massimo per cento giorni. Non è così, assicura Catricalà: “Sarà il Governo a valutare”. Poi spiega che l’estensione di 40 giorni dai primi 60 previsti dalla riforma “non è un tetto massimo, i 40 giorni possono diventare 100 o 200”.

Un nodo centrale nella valutazione del nuovo dl sarà l’assicurazione obbligatoria contro le calamità, un elemento che, una volta introdotto, permetterà alle comunità locali di contare su maggiori risorse per la ricostruzione di palazzi e aziende danneggiati dal sisma. E’ tuttavia incerta la tempistica della messa in atto di quest’ultima parte del provvedimento: le spese assicurative porterebbero all’aumento di altri 100 euro all’anno circa nel costo della vita per le famiglie italiane.

Nel frattempo, i vigili del fuoco continuano a fornire il supporto ai soccorsi, con 690 uomini impegnati nelle operazioni. Tra i compiti principali, la valutazione della sicurezza degli edifici e garantire l’incolumità delle persone.

Monti ha lodato “l’ottimo sistema di collaborazione tra le diverse strutture e una grandissima voglia di riprendere al più presto la vita normale da parte della popolazione colpita”, indicando come primaria necessità il risanamento di un’area che “dobbiamo aiutare a tornare produttiva al più presto con le piccole imprese, sia industriali sia agricole”.

Ma la terra continua a tremare in Emilia Romagna.