Terrorismo, Alfano: 45 espulsi, 64 arresti, 81 Foreign fighters italiani
11 Settembre 2015
di redazione
"Combattere contro il terrore significa combattere per la libertà. L’Italia è in prima linea ed è stata capace di un’organizzazione di contrasto che ha dato i suoi effetti con azioni legislative e di intelligence. Quindi ringrazio tutti gli uomini e le donne delle forze dell’ordine e coloro i quali li guidano per il grande contributo, ma anche le forze armate per il presidio sul territorio". Così il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, nel corso di una conferenza stampa al Viminale in occasione del 14mo anniversario dell’attentato alle torre gemelle a New York, tracciando anche un bilancio sulle attività antiterrorismo in Italia.
Prevenzione, iniziative legislative (come il decreto antiterrorismo), ma anche dialogo, come nel caso della Consulta l’islam italiano, i cui lavori sono ripresi negli ultimi mesi, per il dialogo con chi professa la religione islamica in Italia e "dividere chi prega da chi spara. Chi uccide in nome di un dio tiene in ostaggio quel dio per realizzare il suo sporco progetto assassino" ha detto il ministro.
Occhi puntati sui cosiddetti foreign fighters, anche se tra i combattenti dell’Isis il numero di quanti hanno avuto qualche contatto con l’Italia è "assolutamente inferiore a quello grandi paesi occidentali".
Nel 2015 sono stati espulsi dall’Italia 45 estremisti islamici, mentre gli arrestati per la minaccia jihadista sono stati 64. Si contano poi 81 foreign fighter andati in Siria che hanno avuto in qualche modo a che fare con l’Italia. Oltre 12mila le persone controllate nei porti. Il ministro si è quindi concentrato sulle attività di prevenzione. I controlli straordinari di Polizia e Carabinieri hanno riguardato 23.937 persone, oltre 900 sono state le perquisizioni, 135 gli indagati. "Nessuno avrà la controprova se qualcuno degli espulsi sarebbe stato in grado di portare a termine un attentato terroristico, ma questo è il lavoro fatto e che si fa con la prevenzione per evitarlo" ha sottolineato Alfano. "Il lavoro di prevenzione ha funzionato e anche questo 11 settembre è per gli italiani un giorno di democrazia e libertà". Al termine della conferenza, rispondendo a una domanda sulle misure di sicurezza per il Giubileo, anche dopo l’episodio del funerale dei Casamonica, Alfano si è detto fiducioso nel lavoro del prefetto Gabrielli: "Credo che il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza di Roma abbia assunto tutte le decisioni necessarie per evitare che ciò si ripeta".