Terrorismo, donna da Lecco alla Siria per combattere per l’Isis. Il figlio: “Mamma si veste come un ninja”
05 Dicembre 2016
Un provvedimento cautelare è stato emesso nei confronti di una donna albanese residente a Lecco che, nel dicembre 2014, dopo un percorso di radicalizzazione durato qualche mese, aveva abbandonato il marito e le due figlie maggiori, di 10 e 11 anni, per recarsi in Siria, insieme al figlio minore, e arruolarsi tra i militanti dell’Isis.
Era stato il marito, anche lui di origine albanese, a denunciare ai carabinieri la scomparsa della donna 34enne e del figlio. Le indagini sono state condotte dai carabinieri del Ros coordinati dalla procura distrettuale antiterrorismo di Milano. “Mandami il figlio e poi tu stai e fai quello che vuoi”, le aveva chiesto quasi implorandola. “Tanto moriremo lo stesso”, era stata la risposta agghiacciante della donna.
In una conversazione con il padre, il figlio, che allora aveva 6 anni, manifestava tutta la sua “paura perché ci sono gli aerei che sganciano le bombe”. ‘Vuoi venire da papa’?’, chiede il padre. “Sì, la mamma non mi lascia…la mamma si è vestita come un ninja. Le ho detto andiamo da papà perché devo andare a scuola, ma lei non mi lascia”.
Su Berisha, questo il nome della donna, pende allora di un mandato di cattura internazionale per associazione a delinquere con finalità di terrorismo internazionale (270 bis del Codice penale). L’indagine è coordinata dal pm Gobbis e condotta dai carabinieri del Ros e di Lecco. A denunciare la scomparsa della donna, che risale al dicembre 2014, era stato proprio il marito. La donna, che ha anche provveduto a far circoncidere il figlio, è stata individuata per l’ultima volta in un paese a 40 chilometri da Aleppo. Non si sa se lei e il minore siano ancora vivi.