Terrorismo: in Belgio cresce la preoccupazione per l’avanzata del salafismo
10 Febbraio 2017
L’influenza dell’estremismo islamico cresce inesorabilmente in Belgio. Il ritmo è allarmante e il pericolo è stato lanciato dall’Organo di coordinamento dei servizi di informazione per l’analisi e la valutazione delle
minacce allo Stato (Ocam). Il centro di crisi è divenuto famoso in tutta Europea per aver individuato un altissimo rischio terrorismo nel paese durante il periodo natalizio alla fine del 2015 ed aver quindi indotto il governo belga a disporre la “chiusura” per alcuni giorni della capitale Bruxelles.
L’allarme, secondo quanto riferito dal quotidiano francese “Les Echos”, è contenuto in un rapporto di 71 pagine: segreto ma che è tuttavia filtrato alla stampa. In esso si denuncia che “un numero crescente
di moschee e di centri islamici in Belgio sono sotto il controllo del wahhabismo“, la tendenza radicale dell’Islam che predica un ritorno alla purezza originale di quella fede e che beneficia di massicci finanziamenti da parte
dell’Arabia Saudita.
Di fronte a questa avanzata dell’estremismo, il clero islamico moderato, secondo i rapporto dell’Ocam si troverebbe a mal partito e sulla difensiva. Il rapporto non cita dati precisi. Ma ha dato immediatamente la stura ad un dibattito assai animato nel paese, traumatizzato dagli attentati del 23 marzo 2016, tanto che ieri giovedì 9 febbraio il ministro federale dell’Interno Jan Jambon ha dovuto far fronte in Parlamento ad una sequela di interrogazioni da parte dei deputati preoccupati.