Terrorismo: Isis a Bari, 3 afghani in manette. La procura: “Più fondi ad antiterrorismo”
10 Maggio 2016
Nuova operazione antiterrorismo con tre fermi a Bari, due afghani e un pachistano (altri due sono ricercati), tutti accusati di associazione con finalità terroristica e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Secondo il Ros, arrestati e ricercati erano componenti di una cellula jihadista pronta a compiere attentati terroristici.
“Sono particolarmente grato alla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Bari, cosi’ come al Comando Provinciale di Bari dei Carabinieri per aver condotto una cosi’ delicata indagine, durata circa un anno, che ha permesso di individuare ed assicurare alla giustizia presunti terroristi appartenenti a cellule legate all’IS e ad Al Qaeda”, ha dettoil presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano.
“Questa operazione conferma la dedizione della polizia giudiziaria che lavora in condizioni precarie – ha commentato però il procuratore di Bari, Volpe – e senza fondi. Basti solo dire che abbiamo ricevuto dal ministero 150 euro per la manutenzione di 4 auto a nostra disposizione”.
I presunti terroristi sono: gli afghani Hakim Nasiri – di 23 anni domiciliato nel Cara di Bari Palese e accusato di terrorismo internaziona e e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina – e Gulistan Ahmadzai 29enne residente a Cerignola e il pachistano Zulfiqar Amjad, di 24 anni, bloccato a Milano vicino a Porta a Romana. Qari Khestamire Ahmadzai, 30 anni, e Surgul Ahmadzai, 28 anni sono ricercati, non è escluso che siano tornati in Afghanistan.
Le indagini sono iniziate nel dicembre scorso quando una pattuglia di carabinieri ha sorpreso i quattro afghani intenti a fotografare negozi e parcheggi del centro commerciale “Santa Caterina” di Bari. Gli accertamenti – coordinati dalla DIA di Bari – hanno rivelato un quadro davvero preoccupante.
Nelle memorie dei cellulari dei quattro c’erano non solo fotografie del porto e dell’aeroporto di Bari ma anche scatti di monumenti simbolo di città come Roma, Parigi, Londra, video di attentanti e di addestramenti di kamikaze e un attacco sferrato vicino Kabul, dall’aviazione statunitense.
“Il fatto che facevano foto di obiettivi sensibili come il porto di Bari è un elemento significativo,” spiega la magistratura barese, “questo non significa che erano già pronti a fare attentati. Certo si stavano preparando”.
“L’aspetto più inquietante che emerge dalle indagini è il fatto che c’era un gruppo di persone che stava organizzando attività terroristiche e che Bari resta un punto di passaggio importante per il terrorismo internazionale su cui stiamo lavorando”.
“Non mi risulta assolutamente che fosse imminente un attentato in Italia”, ha detto Volpe: “Questa indagine non nasce come a volte succede da input che vengono dai servizi ma dall’osservazione attenta di personaggi sospetti sul territorio da parte della nostra polizia giudiziaria, in particolare dai carabinieri di Bari”.
I presunti terroristi si occupavano anche di fornire assistenza, sostegno e documenti falsi ai loro connazionali con cui avevano contatti frequenti. Spesso infatti, tramite un sito internet talebano, recuperavano contatti e filmati che inneggiavano alla guerra santa.