Terrorismo, per gli americani il mondo è meno sicuro

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Terrorismo, per gli americani il mondo è meno sicuro

21 Agosto 2007

È stato diffuso dalla
rivista americana Foreign Policy il terzo “Terrorism Index”, una ricerca
compiuta su un campione di oltre cento esperti di politica estera Usa, di
diverso orientamento politico. Dal sondaggio è emerso che cresce repentinamente
la paura: il mondo è sempre più esposto al rischio di attacchi terroristici.

Tra le persone intervistate si ricordano ex segretari di
Stato come Madeleine Albright e Lawrence Eagleburger, accademici come Daniel
Pipes, Charlie Kupchan e John Esposito, e altri esponenti di primo piano della
classe dirigente di Washington.

Il sondaggio evidenzia  dati interessanti, che riflettono il modo con
cui l’elite di politica estera degli Stati Uniti percepisce l’attuale
situazione internazionale, a sei anni dagli attentati dell’11 settembre alle
Torri Gemelle di New York.

Per la quasi totalità degli esperti intervistati il mondo
sta diventando sempre più pericoloso per gli americani e per gli Stati Uniti. Il
dato è molto significativo, visto che in appena sei mesi la percentuale è
notevolmente salita passando dall’81 per cento al 91 per cento. Alta anche la
percentuale (84 per cento) di chi ritiene che gli Stati Uniti non stiano
vincendo la guerra contro il terrorismo (+ 9 per cento rispetto allo scorso febbraio).
Oltre l’80 per cento degli intervistati ritiene poi che nel giro di un decennio
gli Stati Uniti subiranno un nuovo attacco terroristico delle dimensioni di
quelle di sei anni fa.

La guerra in Iraq è la principale fonte del pessimismo
nutrito dagli esperti. Quasi tutti credono che il conflitto abbia un forte impatto
negativo sulla sicurezza nazionale del Paese.