Testate nucleari su floppy disk anni 70, ecco perché è più sicuro

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Testate nucleari su floppy disk anni 70, ecco perché è più sicuro

29 Maggio 2016

Fa discutere la notizia che il deterrente nucleare di terra degli Stati Uniti, 450 missili balistici (Icbm) nei silos sotto terra, siano gestiti con vecchi floppy disk di 20 anni fa. Precisamente floppy da 8 pollici inventati alla Ibm nel 1967, non quelli piu’ piccoli da 3,5 pollici usati nei pc fino allo scorso decennio.

A denunciarlo un rapporto del Governnment Accountability Office (Gao), l’ufficio indipendente del Congresso che fa le pulci alle spese federali Usa. Rapporto secondo il quale il Pentagono spende 61 miliardi di dollari all’anno per mantenere tecnologie datate.

I floppy disk da 8 pollici sono in grado di contenere 237 kilobyte ma potrebbero essere sostituiti da chiavette Usb, riducendo notevolmente le spese. Ma chiediamoci, sarebbe davvero sicuro cambiare tecnologia? Potrebbero esserci dei riflessi negativi sulla sicurezza? Informatizzare e far passare informazioni delicate come quelle sulle testate nucleari è un’operazione sicura al 100% anche pensando alla pirateria e al terrorismo informatico?

Insomma, forse è bene che quei dati restino nel vecchi floppy. A volte, spiega il Washington Post, le vecchie tecnologie sono più sicure di quelle moderne. Intanto gli Usa continuano a investire nella cyberwar.

“Gli Stati Uniti puntano da tempo a ottimizzare il processo decisionale e massimizzare gli effetti di un conflitto attraverso l’integrazione e il coordinamento di operazioni militari sia difensive, che offensive nel e attraverso il cyber-spazio, in linea con quanto previsto anche all’interno della Joint Publication (JP) 3-12 del Pentagono dedicata appunto alle “Cyberspace Operations”, si legge nel “Cyber Strategy & Policy Brief”.