The White House, mito e realtà di una casa molto speciale

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The White House, mito e realtà di una casa molto speciale

15 Gennaio 2009

“La Casa Bianca? La più bella prigione del mondo”. Chissà se, dopo averla tanto sognata, fra qualche anno Barack Obama condividerà l’opinione del suo predecessore Harry Truman. Simbolo del potere per eccellenza, The White House è senza dubbio la casa più celebre del pianeta. Una residenza molto speciale con una storia ricca di avvenimenti ed alcuni colpi di scena, alla quale ognuno dei suoi inquilini ha voluto aggiungere una propria impronta. La data di nascita dell’edificio situato al civico 1600 di Pennsylvania Avenue è il 13 ottobre del 1792. Un inizio senza clamori: la posa della prima pietra, infatti, avvenne senza alcuna cerimonia. Veniva così data attuazione ad una legge del Congresso siglata due anni prima. Il padre della patria, George Washington, seguì attentamente i lavori, che terminarono nel 1800, ma non risiedette mai nel Palazzo presidenziale, come l’edificio venne chiamato per oltre cento anni.

Il primo presidente ad abitare stabilmente con la propria famiglia nella Presidential Mansion fu John Adams. Si deve invece a Theodore Roosevelt la formalizzazione del nome “White House”, utilizzato nella carta intestata presidenziale a partire dal 1901. In effetti, il bianco è l’elemento che più caratterizza l’aspetto esteriore del palazzo in stile georgiano costruito sul progetto dell’architetto di origini scozzesi James Hoban. Per l’edificazione della Casa Bianca vennero impiegati operai afro-americani, alcuni ancora in stato di schiavitù, e immigrati europei in particolare scozzesi ed italiani. Sopravvissuta a due incendi, uno nel 1814 durante la guerra contro gli inglesi e un altro nel 1929 durante la presidenza Hoover, la Casa Bianca ha cambiato forma più volte, mantenendo immutato solo il blocco centrale.

Il colonnato, la parte più fotografata del monumento, fu voluto da Thomas Jefferson, mentre l’espansione laterale dell’edificio prese corpo solo a cavallo tra il XX e il XXI secolo in seguito all’ampliamento dei compiti e del personale di pertinenza della Casa Bianca. Fu la First Lady Caroline Harrison, nel 1891, a proporre la creazione di due ali, una ad est dedicata all’arte nazionale ed una ad ovest per le funzioni governative. Nasce così la West Wing, il vero cuore pulsante del potere americano. In questa sezione, utilizzata per la prima volta da Theodore Roosvelt all’inizio del ‘900, si trovano lo Studio Ovale (Obama sarà il 18.mo presidente ad avvalersene come ufficio personale), la Cabinet Room dove il presidente si riunisce con i membri della sua amministrazione, la Situation Room e la Sala Stampa. La East Wing viene invece aggiunta nel 1942 ed è nota soprattutto per ospitare l’ufficio della First Lady.

La ricostruzione più significativa degli interni della Casa Bianca si deve al presidente Truman, tra il 1949 e il 1952. Nel 1948 l’edificio era stato dichiarato a rischio di crollo rendendo così necessari dei lavori strutturali e il trasferimento temporaneo della Presidential family nella vicina Blair House. Un’altra significativa “ridecorazione” si deve a Jacqueline Kennedy, coadiuvata da Henry Francis du Pont del Winterthur Museum, che arricchì alcune stanze della White House con opere d’arte di diversi periodi della storia americana ed europea. Sempre alla moglie di JFK va il merito per la prima guida della Casa Bianca, la cui vendita contribuì a finanziare il restauro. Jackie dedicò un’attenzione speciale anche ai giardini che circondano per circa 7 ettari la Casa Bianca. Sempre sotto l’amministrazione Kennedy fu ridisegnato il più celebre di questi spazi verdi: il Giardino delle Rose che si può intravedere dalle finestre dello Studio Ovale.

Fornita dei più avanzati sistemi di sicurezza, che tuttavia non hanno impedito per un paio di volte ad alcuni piccoli velivoli di atterrare a pochi metri dalla stanza dei bottoni, la Casa Bianca ha oggi 132 stanze e 35 bagni distribuiti su 6 piani. Solo 3 gli ascensori, 8 le scale e ben 28 i caminetti. Cinque chef sono a servizio pieno della famiglia presidenziale e dei suoi ospiti. Tra gli spazi ricreativi spicca la presenza di una piscina, di un campo da tennis, di un cinema e di una sala da bowling. Con Obama, patito della pallacanestro, è probabile che si aggiunga un campo da basket. Non particolarmente imponente né infondo così bella, The White House mantiene intatto tutto il suo fascino a due secoli dalla fondazione. Resta memorabile al riguardo la battuta di Ronald Reagan: “Da quando sono arrivato alla Casa Bianca mi hanno operato al colon e alla prostata, ho avuto un cancro alla pelle e mi hanno anche sparato. Eppure non mi sono mai sentito così bene nella mia vita”.