Tibet: nuovi scontri con la polizia, 4 morti
12 Ottobre 2013
di redazione
Nonostante i tentativi di repressione da parte del governo cinese, la dissidenza tibetana continua a farsi sentire. La settimana scorsa nel distretto di Nagchu, nella regione autonoma del Tibet, la polizia cinese aveva aperto il fuoco contro i manifestanti ferendo 60 persone. Martedì scorso i nuovi scontri sempre nella stessa zona: i cittadini tibetani stavano manifestando pacificamente contro l’arresto di un uomo, e la polizia cinese ha sparato uccidendo 4 uomini e ferendone altri 50. Il dissenso nella zona di Nagchu era iniziato già il mese scorso, in vista delle festività nazionali, le autorità cinesi avevano obbligato i tibetani a issare la bandiera cinese. Il rifiuto dei tibetani aveva scatenato la repressione da parte della polizia cinese. L’area è super controllata dai poliziotti cinesi, circa 18.000 unità allo scopo di impedire la fuga di notizie. A tal proposito si sono verificati anche episodi di perquisizioni nelle case e successivi sequestri di cellulari e macchine fotografiche, oltre all’interruzione delle linee telefoniche e di internet.