Times Square. Holder: “I talebani pachistani dietro a Shahzad”

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Times Square. Holder: “I talebani pachistani dietro a Shahzad”

09 Maggio 2010

Dietro l’attentato di Times Square ci sono i talebani pakistani del Tehrik-e-Taleban, un’organizzazione di estremisti legata ad Al Qaida. Sono loro i mandanti di Faisal Shahzad, il trentenne cittadino americano che la settimana scorsa ha tentato di far saltare in aria il suo suv imbottito di esplosivo in mezzo alla piazza più frequentata degli Stati Uniti. Lo ha detto il ministro della Giustizia, Eric Holder, in un paio di interviste tv, alla Abc e alla Nbc, spazzando così, in modo ufficiale, ogni dubbio su ciò che gli inquirenti vanno dicendo da giorni.

"Abbiamo le prove – ha detto Holder – che l’attentato è stato diretto da lontano. I Talebani sono strettamente coinvolti in questa vicenda. Sono loro ad aver guidato il complotto". Quindi ha aggiunto che nulla lascia pensare che le autorità pakistane fossero al corrente del disegno criminale di Shahzad. Contemporaneamente, sulla Cnn, John Brennan, assistente di Barack Obama sul tema dell’antiterrorismo, ha fornito nuovi dettagli circa i primi risultati delle indagini.

"Shahzad ha trascorso di recente in Pakistan almeno cinque mesi. In quel periodo abbiamo scoperto che lavorava con gli uomini di Tehrik-e-Taleban. Crediamo che siano stati loro ad averlo aiutato nell’organizzazione dell’attentato. Probabilmente anche dal punto di vista finanziario". Ma al di là delle novità investigative, Holder oggi, per la prima volta, ha fatto capire che l’amministrazione Obama potrebbe cambiare la sua politica nella lotta al terrorismo, riducendo le garanzie degli indagati. In pratica, seppure tra mille prudenze, Holder ha ammesso che il governo è disponibile a modificare i cosiddetti ‘Miranda rights’, cioè le norme che dal 1966 proteggono il diritto al silenzio della persona fermata dalla Polizia.

In pratica si tratta della famosa formula, resa famosa da centinaia di film polizieschi, che gli agenti comunicano al catturato, immediatamente dopo l’arresto. E cioè che ha il diritto di tacere e che ogni cosa che vorrà dire potrebbe essere utilizzata contro di lui in tribunale. Di fatto, Holder oggi ha ipotizzato l’esclusione da questo diritto, difeso strenuamente dalla Corte Suprema, dei sospetti terroristi. Un argomento che da giorni è al centro di uno scontro politico infuocato.

"Il sistema attuale – ha detto Holder – ha dimostrato essere efficace. Bisogna però capire se oggi ci sia la necessaria flessibilità per far fronte alle nuove situazioni che gli agenti sono chiamati ad affrontare. Mi riferisco alla lotta al terrorismo internazionale e ritengo che dobbiamo prendere in seria considerazione l’ipotesi di modifiche delle regole attuali, introducendo eccezioni per motivi di sicurezza pubblica. Si tratta di un argomento delicato. Dobbiamo discuterne al Congresso e arrivare a una proposta – ha concluso Holder – che rispetti la Costituzione ma anche capace di affrontare le nuove minacce di questi anni".