Togliere il voto agli anziani… Il delirio suprematista di Grillo
19 Ottobre 2019
Eliminare il diritto di voto per gli anziani. Beppe Grillo provoca, ma fa sul serio. Strizza l’occhio a chi gli crede e sbeffeggia chi lo contesta. Gongola dei riflettori accesi su questa castroneria e intanto cita filosofi e teorizza senza apparente ironia il suo ultimo delirio. Già ci aveva provato qualche anno fa proponendo l’estrazione a sorte dei parlamentari, ma ora si è spinto oltre e immagina che il voto degli anziani (a proposito dove è fissata la soglia del voto off limits? Grillo stesso ha 71 anni…) vada cancellato. Una sorta di suprematismo generazionale.
“In un mondo sempre più anziano, esperti, studiosi e politici propongono di abbassare l’età del voto (così come proposi anni fa), ma cosa dovrebbero fare le democrazie quando gli interessi degli anziani sembrano essere in contrasto con gli interessi delle giovani generazioni? Una proposta già ampiamente discussa dal filosofo ed economista belga, Philippe Van Parijs – nonché tra i più grandi sostenitori del reddito universale – potrebbe essere quella di privare il diritto di voto agli anziani, ovvero eliminare il diritto di voto ad una certa età (oppure dare ai genitori voti per procura per ciascuno dei loro figli a carico). L’idea nasce dal presupposto che una volta raggiunta una certa età, i cittadini saranno meno preoccupati del futuro sociale, politico ed economico, rispetto alle generazioni più giovani, e molto meno propensi a sopportare le conseguenze a lungo termine delle decisioni politiche”. Questo in sintesi il pensiero del leader 5 Stelle.
E se fosse la boutade di un comico nulla di male, ma il problema è che questo è il pensiero del leader di un partito che veleggia tutt’ora intorno al 20%. Via il voto agli anziani… E perché no? Via il voto anche ai disabili, ai poveri e ai malati gravi. Via il voto alle persone che soffrono di depressione perché non hanno l’ottimismo necessario per sognare il mondo a 5 Stelle e via il voto a chi non ha frequentato almeno la quinta superiore (a rischio chi è stato promosso col voto minimo). Dato che ci siamo non votino neppure gli astemi (mai fidarsi di chi non beve), ma anche chi soffre di alcolismo, chi non ama la cioccolata e chi preferisce i tortellini alla panna rispetto a quelli in brodo. Via il voto agli innamorati perché non dormono più e sono poco lucidi e via il voto ai cinici perché incapaci di essere visionari.
Solo così avremo creato la democrazia dei migliori, una razza superiore selezionata dal potere dell”elevato’, come si è spesso autodefinito tra l’ironico e il sincero, Beppe Grillo… Se non fosse un incubo reale si potrebbe quasi sorridere.