Toglietemi tutto ma non il martirio

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Toglietemi tutto ma non il martirio

23 Gennaio 2009

Mi chiamo Khalid Sheikh Mohammed e sono la mente dell’attacco alle Torri Gemelle. Un colonnello di Guantanamo mi ha informato che il presidente Obama vuole sospendere il processo contro di me per 120 giorni. Nel nome di Dio, voglio continuare a dichiararmi colpevole. Voglio andare incontro alla pena di morte. Il mio sarà il primo jihad giudiziario contro l’America.

Nella mia vita ho attraversato decine di Paesi arabi e cambiato centinaia di identità. Mi sono sempre piaciute le bombe fino a quando non ho capito che potevo trasformare in bombe i miei fratelli musulmani. Li selezionavo di persona per il martirio. Sono un regista oculato del terrore: per abbattere le Torri Gemelle ho speso in tutto mezzo milione dollari. Prima di sacrificarsi due dei miei ragazzi ne hanno restituiti 25.000 all’organizzazione.

Il primo marzo del 2003 i cani americani della Cia mi hanno arrestato nella città di Rawalpindi dove ero nascosto all’ombra dei vecchi generali pachistani in pensione. Mi hanno fatto sparire nelle prigioni giordane costringendomi a ingoiare acqua mentre ero steso su un lettino, legato mani e piedi. Credevo di morire affogato e mi sembrava di godere.

Hanno minacciato di uccidere i miei figli per costringermi a parlare e alla fine gli ho detto quello che volevano sapere. Sono la mente dell’11 Settembre. Non ho paura della morte perché Allah cammina al mio fianco. Non ho nessuna intenzione di difendermi, aspetto solo di essere giustiziato. Toglietemi tutto ma non le settantadue vergini che mi spettano nell’aldilà. Quindi, caro Obama, grazie per la mano tesa ma che sia quella del boia.