Torna il “rischio Italia” e la Ue insiste: Roma correggi i conti
26 Gennaio 2017
La Commissione europea si aspetta dall’Italia una risposta “precisa” alla lettera con cui le chiede una correzione dei conti dello 0,2%. Il ministro dell’economia Pier Carlo Padoan assicura che la risposta arriverà in tempo per il primo febbraio, come da richiesta, ma l’incertezza politica che è anche debolezza del governo in carica; la sentenza della Consulta che ha spazzato un’altra delle riforme renziane; lo spread che risale ai massimi dal 2015, sono tutti aspetti che complicano la partita giocata dall’Italia con la Ue.
L’esito potrebbe essere una procedura d’infrazione per debito eccessivo, anche perché, se il voto si avvicina, in pochi nella maggioranza saranno disposti a una manovra correttiva. In alternativa, se la correzione si facesse, non potrebbe essere solo cipria, ma un ripensamento del Def di quest’anno. Insomma un altro colpo alla credibilità di Renzi e dei suoi cloni. Il ministro dell’economia Padoan e il commissario agli affari economici Pierre Moscovici dialogano, ma Bruxelles ricorda all’Italia che la scadenza è vicina, “la lettera è là,” ha detto Moscovici, “le cifre anche, le risposte sono attese”.
Moscovici ha anche chiarito come nel negoziato non entri la nuova richiesta del premier Gentiloni, che con una lettera a Juncker ha annunciato maggiori spese per il terremoto. La Commissione Ue “ha già dimostrato che è al fianco dell’Italia e lo sarà sempre”, ma le spese per i nuovi terremoti “non entrano nella discussione in corso”, perché la Commissione è “pronta ad esaminarle” ma è “un’altra cosa rispetto a quello che ci aspettiamo nella risposta” alla lettera, ha detto Moscovici. Per il presidente del Pd Matteo Orfini sono parole “sconcertanti”, “argomentazioni fredde, proprie delle burocrazie che da anni difendono gli interessi politici legati al feticcio dell’austerity”.
Ma non è chiaro se Orfini abbia compreso appieno le parole di Moscovici, che ha semplicemente detto che la Ue non ha mai negato l’aiuto all’Italia sulle calamità naturali, previsto dai trattati, semplicemente non si discute di questo nella lettera, ma del debito e del deficit italiani che con Renzi non sono stati tenuti sotto controllo. Mentre incombe il dossier banche, il nodo Mps, e Ue e Bce restano in attesa del piano della banca senese che dovrebbe arrivare verso fine mese. Mentre gli investitori francesi si riaffacciano sul mercato italiano puntando a Generali, forse fiutando la debolezza politica del momento, nel tentativo di mettere le mani su un altro pezzo strategico della nostra economia. E mentre la Borsa italiana scende.