Tra An e Fi i giovani fanno la differenza (e un po’ di diffidenza)
11 Novembre 2008
Sulla divisione degli incarichi si sono trovati d’accordo. Nel cavalcare l’onda emotiva della campagna elettorale anche. Perfino le divisioni territoriali in atto da mesi, sono passate quasi inosservate. Fino a che il Secolo d’Italia nella sua edizione domenicale è tornato a parlare delle differenze tra gli attori principali del Pdl: Allenaza Nazionale e Forza Italia. Differenze che però riguardano non tanto “i grandi”. La lente di ingrandimento è andata a scrutare i movimenti giovanili.
Il Secolo ha titolato così: "Ma che colpa abbiamo noi se ci piacciono… i murales, gli studenti, i diritti civili e la goliardia". Le chiamano differenze antropologiche. Il quotidiano di via della Scrofa fotografa questi due mondi riportando un episodio di cronaca legato alle recenti proteste studentesche. Nei giorni caldi accade che Azione Giovani occupi simbolicamente il rettorato di Roma Tre, a quel punto, il commissario capitolino di Forza Italia Alessandro Colorio, esprime la sua contrarietà con un comunicato ufficiale: "stigmatizziamo l’accaduto, motivazioni condivisibili ma il modo di esprimerle è lontano dal nostro abituale comportamento politico", per l’azzurro insomma, " il fine non giustifica i mezzi".
Differenze fatte di sguardi, look, storie, appartenenze e goliardia. Quella goliardia che i giovani di Forza Italia non hanno. E poi i modi: scanzonati i primi, troppo formali i secondi. Jeans contro cravatta. Le differenze ci sono, inutile nasconderlo. I percorsi politici, filoni culturali, l’appartenenza simbolica, lo spirito di militanza, il vocabolario e i modi di esprimersi e comunicare. In An si respirano ancora i decenni trascorsi all’opposizione, nei muri delle sezioni sparse in giro per l’Italia ci sono gli anni passati come minoranza politica e culturale. Chi ha aderito al progetto di Forza Italia appartiene ad un’altra generazione che è nata dallo smembramento della Prima Repubblica. Gli intellettuali sono concordi nell’indicare in Alleanza Nazionale lo spirito vitale di una destra donchisciottesca. Sentite Giampaolo Pansa intervenuto nel dibattito: “ c’è un abisso fra chi provenendo dal fascismo ha dovuto sopravvivere in una Italia religiosamente antifascista e chi invece ha aderito all’invenzione personale di Silvio Berlusconi intervenuto dopo lo tsunami di Tangentopoli”.
Per lo scrittore le differenze "si stanno attenuando per un comprensibile disegno di strategia politica”. Ma se i grandi del Popolo della Libertà ormai sono concentrati in una unica direzione, ai giovani viene lasciato un più ampio margine di libertà espressiva. Il Pdl dei piccoli non decolla per colpa di queste differenze? Per fortuna no. Alessandro Colorio, lo stesso che stigmatizzava l’occupazione del rettorato dei suoi colleghi, queste differenze le conosce ma sostiene non rappresentino ostacoli: “Azione Giovani ha un modo di fare diverso dal nostro, e l’esempio delle occupazioni è chiaro, in più all’interno delle loro strutture ci sono gerarchie meglio definite, una struttura organizzativa diversa rispetto a quella di FI”, differente rapporto anche tra i due movimenti giovanili e le rispettive case madri, “ meno allineato e disciplinato quello di Ag rispetto ai giovani berluscones, ma è molto riduttivo pensare che queste differenze possano creare dei problemi nel percorso che stiamo condividendo”, il giovane azzurro, che è anche consigliere in un municipio romano, coglie l’occasione per sfatare un cliché che lui ritiene superato, “non è vero che i giovani di Forza Italia sono tutti adulti in giacca e cravatta, noiosi e pesanti”.
Anche per Azione Giovani le differenze, se sono e rimangono queste, non creeranno ostacoli. “I problemi potrebbero sorgere solo se ci fosse un distonia sui valori. Se siamo tutti d’accordo nell’accogliere la critica alla globalizzazione che fa Tremonti, se condividiamo l’operato di Sacconi e Brunetta allora non vedo grossi problemi. Le differenze, se vengono affrontate da persone intelligenti, non fanno che arricchirci”, spiega Federico Iadicicco, dirigente romano di Ag. Quando gli under 30 sono tornati ad occupare le piazze e gli spazi sui giornali si è tornati a guardare al loro interno. Flavia Perina che del Secolo è il direttore la vede così, “il portato positivo del Pdl sta proprio nel fatto che arrivino e si confrontino tradizioni differenti, ad ogni modo sono del parere che i movimenti giovanili devono conservare una loro autonomia. Ci sono stati momenti in cui i movimenti giovanili erano diretta proiezione del Movimento Sociale e fasi in cui erano più indipendenti, il loro contributo è sempre stato importante quindi più sono autonomi e meglio possono lavorare”. Nessuna preoccupazione se i codici espressivi dei ragazzi e i loro modi sono sopra le righe? “Normale, sono adolescenti e si esprimono differentemente dai leader politici”, spiega il direttore. Il processo che porterà al Pdl è in corso, e se le falde giovanili si muovono in fondo è un bene.
Capitolo Storace, che continua il suo percorso in solitaria come se fosse un adolescente. L’ex governatore è stato riconfermato segretario de La Destra. Dopo la tre giorni di congresso il risultato finale porta Storace ad escludere un riavvicinamento sostanziale verso il Pdl che rimane però l’unico interlocutore possibile, “ il nostro obiettivo è di spostare a destra il baricentro del bipolarismo”. Al congresso è intervenuto a nome del Pdl, il senatore Gaetano Quagliariello, il cui intervento ha registrato consensi in alcuni punti e disapprovazione per altri. “Applausi quando il senatore ha mostrato una sincera attenzione e un forte rispetto al nostro partito e ai nostri delegati”, ha spiegato Storace, “ ma l’Europa di cui parla Quagliariello è quella che vuole l’ingresso della Turchia, che non si batte per confermare le sue radici cristiane”. Storace frena quindi gli entusiasmi di chi prevedeva un riavvicinamento più marcato, “ siamo contrari al bipartismo”. Per ora La Destra rimane arroccata sulle sue posizioni, ma il dialogo con gli ex alleati rimane aperto, “insomma per le politiche non si vota domani”, chiosa Storace. A testimonianza di come non è da escludere nessuno scenario futuro.