Tra art. 18 e qualche battuta di troppo il tour asiatico di Monti va avanti

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Tra art. 18 e qualche battuta di troppo il tour asiatico di Monti va avanti

28 Marzo 2012

Il ‘road show’ asiatico di Mario Monti è alla terza tappa. Dopo le visite a Astana in Kazakhstan e a Seoul in Corea del Sud, per la ‘Conferenza sulla sicurezza nucleare’, il premier italiano oggi si trova a Tokyo per l’incontro con il suo equivalente nipponico Yoshihiko Noda.

Nella giornata di ieri, Monti ha incassato le lodi del presidente cinese Hu Jintao, dichiaratosi molto soddisfatto delle misure prese dall’Italia in questi ultimi mesi e compiaciuto del netto miglioramento dei nostri fondamentali economici. Durante il bilaterale Italia – Cina, svoltosi a margine della ‘Conferenza di Seoul’, Jintao ha anche aperto a investimenti cinesi nel nostro paese, suggerendo “a tutte le autorità e alla business community cinese di investire in Italia, sia dal punto di vista finanziario che da quello economico”.

Secondo Romano Prodi, intervistato da Il Mattino, questa nuova attenzione della Cina nei nostri confronti dipende essenzialmente dal cambio della guardia del Novembre scorso a Palazzo Chigi. Per il Professore, "occorre prendere atto del ritorno della buona volontà verso il nostro paese perchè le dichiarazioni che aveva fatto l’ex premier Berlusconi (sui bambini bolliti in Cina, ndr) avevano provocato un progressivo distacco della Cina dall’Italia. Da oggi, invece, possiamo ben dire che non c’è più il semaforo rosso".

Sempre a Seoul, poi, Monti ha ricevuto anche gli apprezzamenti del presidente degli Stati Uniti Barack Obama. Nonostante la gaffe della telefonata con Cicchitto durante l’intervento di Obama alla ‘Conferenza’, il presidente americano ha riconosciuto al premier italiano un ruolo molto importante sia nel risanamento dei conti italiani, sia per le riforme varate in Europa, come il ‘fiscal compact‘ relativo al rigore finanziario dei bilanci dei Paesi dell’Unione. Per Obama, inoltre, Monti rappresenta un’efficace spalla nel Vecchio Continente per arginare la linea tutta rigore di Angela Merkel e per porre invece maggior attenzione ai temi legati alla crescita.

Oggi il trasferimento a Tokyo, dove si sono tenuti un intervento al meeting del forum organizzato dal gruppo editoriale Nikkei Shimbun – colosso nipponico dell’informazione economica e finanziaria – e due colloqui bilaterali: con il ministro delle Finanze Jun Azumi e con il primo ministro Yoshihiko Noda, anche lui pieno di parole di stima “per il presidente Monti e per le sue capacità di guida e indirizzo del Paese che tramite lo sforzo delle riforme ha restituito credibilità all’Italia presso l’intera comunità internazionale”.

Durante l’intervento alla Nikkei Shimbun, Monti ha voluto trattare anche temi di politica nazionale, facendo più volte riferimento al ddl sul mercato del lavoro appena varato dal Consiglio dei ministri, e alle fibrillazioni interne alla sua atipica maggioranza parlamentare. Il premier si è dichiarato fiducioso su un’eventuale approvazione “perché il caso precedente delle pensioni lascia ben sperare”. Aggiungendo tra le altre cose: “Una parte della riforma è accettata da tutti. Ma ci sono anche altre parti, che noi riteniamo strettamente complementari al pacchetto per fare in modo che sia una buona riforma, che rappresentano una medicina più amara da ingoiare”.

Sull’art. 18 dello Statuto dei lavoratori, Monti ha difeso a spada tratta le modifiche apportate dal progetto di legge governativo alla disciplina dei licenziamenti individuali, motivando gli scarsi investimenti italiani e stranieri nel nostro paese in questo modo: ”Le imprese hanno paura di assumere perché molto difficile licenziare anche per ragioni economiche”.

Infine, una stoccata ai partiti: secondo il premier, il governo da lui presieduto godrebbe, a differenza delle forze politiche, di un ampio consenso popolare nei sondaggi. Una maggiore prudenza in tal senso sarebbe auspicabile. La democrazia – da che mondo è mondo – si misura con i voti, non con i sondaggi.