Tra i due litiganti Morcone e De Magistris, Vendola gode

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Tra i due litiganti Morcone e De Magistris, Vendola gode

21 Marzo 2011

Tra i due litiganti Vendola gode. Già, perché proprio grazie alla disputa, scoppiata nel centrosinistra tra Mario Morcone (Pd) e Luigi De Magistris (Idv), sulla candidatura a Palazzo san Giacomo il leader di Sinistra Ecologia e Libertà è riuscito a ritagliarsi, ancora una volta, il ruolo da protagonista che tanto lo aggrada.

Dopo giorni di tentennamenti e esitazioni, infatti, alla fine è stato il popolo di Sel a decidere di supportare l’ex prefetto anziché l’ex pm, togliendo Vendola dall’imbarazzo di una scelta che ha preferito delegare pilatescamente alla base del partito. Sui circa 2mila iscritti di Sel a Napoli hanno votato in 604, distribuiti in cinque seggi. Alla fine, con 350 voti contro 254 il candidato del Pd Mario Morcone l’ha spuntata sull’agguerrito candidato dell’Idv Luigi De Magistris, che tuttavia non sembra avere alcuna intenzione di abbandonare il campo di battaglia e, anzi, ha aperto subito il fuoco di fila contro quello che ha definito "l’apparato bassoliniano".

Il candidato dipietrista non usa mezzi termini: "Avevo capito da tempo che una parte dell’apparato bassoliniano stava lavorando per evitare che a Napoli si potesse creare un progetto di cambiamento e di svolta. Ha vinto la continuità con il bassolinismo". Un attacco durissimo, specialmente tenuto conto del pesante debito in termini di inefficienza e cattiva amministrazione che il centrosinistra lascia sulle spalle dei cittadini partenopei, un fardello che peserà inevitabilmente su qualsiasi candidatura proveniente dalla medesima parte politica, specialmente nel caso in cui non si dovesse porre in netta discontinuità con la passata esperienza. Ed è proprio questa per De Magistris la colpa del Pd, ma anche di Vendola, visto che a detta dell’ex pm "gli apparati locali di Sel hanno accordi stretti da anni con Bassolino in vicende oscure e torbide".

Parole che si perdono nel mare degli elogi verso quella che il governatore della Puglia – sostenuto dal Pd – descrive come "una bella giornata di democrazia", riferendosi al referendum che ieri ha sancito l’appoggio ufficiale di Sinistra Ecologia e Libertà all’ex prefetto Morcone. E che fa da contraltare a una giornata sicuramente meno bella, quella delle contestate primarie del Pd che avevano incoronato Andrea Cozzolino, già delfino di Antonio Bassolino, come il candidato sindaco di Napoli per i democratici, salvo poi cadere nell’oblio insieme ai tanti dubbi sulla regolarità delle votazioni.

Davvero curioso che a tirare il Partito democratico fuori dall’impasse abbia contribuito in modo determinante il governatore della Puglia, non di rado in contrasto con i vertici del partito di Bersani, oltretutto attraverso lo strumento delle primarie, proprio quello che ha scatenato il caos tra i democratici a Napoli. E altrettanto curiosa è l’intermittenza con cui è stata data applicazione al volere del tanto osannato popolo, esaltato oggi e ignorato ieri, in nome della necessità di insabbiare una situazione su cui forse non conveniva troppo indagare.

Un’incoerenza che sfiora il paradossale quando l’endorsement all’ex prefetto arriva addirittura da Cozzolino, il candidato mai ufficializzato: "E’ Morcone il candidato del centrosinistra, adesso serve responsabilità". Chissà chi o cosa lo avrà convinto, alla fine, a mollare la sua strenua battaglia per vedere riconosciuta la propria candidatura e per dimostrare ai malpensanti che le primarie napoletane non sono state né una truffa né una farsa.

In tutto ciò, nel tourbillon dei litigi e dei tatticismi, Vendola deve aver fiutato la possibilità di rivestire un ruolo determinante e non si è lasciato di certo sfuggire l’occasione. Tuttavia, anziché assumersi la responsabilità diretta di una scelta personale, ha pensato bene di liberarsi della patata bollente e di mettere tutto nelle mani degli iscritti al suo partito, ovviamente non senza farlo passare per un gesto di nobile democrazia. Di certo il governatore della Puglia sa giocare bene le sue carte, molto meglio del Pd tutto gaffe e inciampi. Anche perché in politica, si sa, c’è sempre una contropartita a qualunque favore si faccia o si riceva: e Vendola, ad oggi, vanta un credito di non poco conto con i democratici per averli tolti dall’imbarazzo di una situazione che stava diventando tanto insostenibile quanto irrecuperabile. Chissà che Nichi non presenti il conto proprio quando si tratterà di promuovere se stesso alla leadership nazionale del centrosinistra.