Tra i luoghi santi del Cristianesimo c’è anche Ponte Milvio a Roma
18 Luglio 2009
“La storia delle cristianità non è fatta solo di grandi templi, magnificenza, ori e porpora, ma anche – e soprattutto? – di luoghi umili, fuori dalle rotte, di pietre dimenticate, o mute, di storie minute sussurrate dal vento”. Fabrizio Falconi, caposervizio vaticanista per Mediaset, già autore di raccolte di poesie, saggi e romanzi (Il giorno più bello per incontrarti e Cieli come questo – entrambi editi da Fazi Editore), arriva nelle librerie con il proposito di lasciare al lettore istantanee, momenti, utili per riscoprire le radici storiche ma anche spirituali nascoste dentro Dieci luoghi dell’anima (Cantagalli, 2009, pagg. 119) che puntellano il senso della nostra identità cristiana.
Angoli della nostra cultura, quelli raccontati da Falconi, che operano in sordina, che assolvono in silenzio alla loro funzione di catalizzare emozioni e mistero, diffondendo il significato di una trascendenza legata a doppio filo ad un’esperienza fortemente “fisica”: che sia il pellegrinaggio per il passo di Roncisvalle dove rivivono le suggestioni dello sfortunato Orlando o la visita in Terra Santa, alla roccia de il Monte della Tentazione da cui il demonio tentò Gesù Cristo, che sia la ricerca del luogo dell’illuminazione del primo Imperatore cristiano di Roma, Costantino, o il racconto della Baviera profonda, della terra d’origine di Benedetto XVI, la scoperta è sempre legata ad un incontro “personale” con un’anima dei luoghi che tocca.
In Baviera, la visita di Benedetto XVI alla Grandkapell di Altotting – il quinto santuario più visitato d’Europa – è l’occasione per introdurre il lettore nella vicenda umana di San Konrad da Parzham, il frate cappuccino figlio di contadini che, raggiunta Altotting, non vi si allontanò più per il resto della vita, diventando prima umile aiutante del portinaio della cappella e poi ne ricoprì egli stesso la funzione per oltre quaranta anni.
La Grandkapell è caratteristica per le pitture degli ex-voto che la decorano all’interno e all’esterno oltre che per contenere i cuori di dieci reggenti bavaresi e dei personaggi illustri di questo angolo di Germania, eppure, anche nella regalità, il senso della sua magnificenza è rappresentato dal raccoglimento collettivo di cui negli anni è divenuta simbolo.
San Konrad che da quella soglia mai più si allontanò divenendo punto di riferimento di pellegrini, indigenti e bisognosi, insegnò, con l’esempio della sua vita, il valore dell’umiltà, una lezione che è data incontrare anche nelle vette raggiunte dalle parole di Papa Ratzinger nell’espressione del suo magistero.
Gustosa la ricerca del luogo in cui apparve in cielo al giovane Costantino la croce e quel “In Hoc Signo Vinces” che ispirarono la svolta cristiana che di lì a poco presero le istituzioni dell’Impero all’alba della insperata vittoriosa battaglia contro Massenzio.
In effetti una credenza popolare non scritta vuole che i luoghi dei fatti siano identificabili ne l’odierno Ponte Milvio in Roma, ad oggi tutt’al più noto per i lucchetti di mocciana memoria e per la movida notturna. L’autore risale invece indietro la strada degli eserciti, svelando il significato dietro i nomi con cui sono stati contraddistinti i quartieri che furono scenario della battaglia.
Saxa Rubra e Labaro, ovvero il Casale di Malborghetto. Questi i luoghi dove il sangue dovette colorare macabro la terra e dove il “Labarum”, il monogramma, il “signo” Chi e Ro, le prime due lettere greche del nome Christos, dovette apparire. E proprio risalendo l’odierno quartiere di Labaro si giunge al Casale di Malborghetto dove presumibilmente doveva essere accampata la tenda di Costantino e dove giunse quindi l’angelo con il messaggio; ancora oggi, in loco, è possibile rinvenire il segno di un arco di trionfo nel corpo del casale e la retorica domanda sul perché poi in aperta campagna gli antichi avessero deciso di erigere, proprio lì, un arco in omaggio al proprio Imperatore, si presta ad una risposta di buon senso che rende credibile una interpretazione archeologica plausibile.
Ma il libro è tutto un insieme di letture godibili che si consigliano al lettore interessato a riscoprire quel lato di umile devozione e dignitoso individualismo emotivo di cui tanta parte della cultura cristiana è capace, pur all’ombra della grandezza delle cattedrali o della solennità di consolidate tradizioni rituali.