Tra Lassini e le moschee a Milano la Moratti si gioca tutto al primo turno
27 Aprile 2011
Alle elezioni manca meno di un mese e i candidati moltiplicano gli sforzi per conquistare voti al fotofinish. Tra scontri e polemiche quotidiane, mai come quest’anno la sfida tra i due principali candidati – Letizia Moratti per il centrodestra e Giuliano Pisapia per il centrosinistra – appare aperta: se il sindaco uscente resta favorito, in caso di ballottaggio una roccaforte del Pdl come Milano potrebbe però passare nella mani di Pisapia. A dare un peso ancora maggiore alle amministrative milanesi ci ha pensato poi il premier Silvio Berlusconi, per il quale il voto del 15 e 16 maggio rappresenta un test nazionale per la coalizione di centrodestra. Una sconfitta della Moratti, insomma, potrebbe avere delle ripercussioni anche sui palazzi romani.
Il sindaco uscente, sostenuto da dodici liste, si ripresenta al voto con un programma elettorale all’insegna del motto “Milano sempre più bella da vivere”: primo impegno con i cittadini è il blocco di tasse e tariffe per i prossimi cinque anni. La Moratti scommette poi sulla sicurezza – potenziamento della videosorveglianza, pattuglie in ogni quartiere e chiusura dei campi nomadi abusivi – e su un ambiente più vivibile e pulito, il tutto in vista dell’importante appuntamento con l’Expo 2015. “Si tratta di grandi progetti – scrive il sindaco uscente – e di progetti ‘piccoli’, come il raddoppio degli spazzini di via o del numero di anziani assistiti a domicilio, che in realtà piccoli non sono, perché cambiano in meglio la vita di tantissimi milanesi”. Parola d’ordine, dopo cinque anni di amministrazione, è “completare, insieme”.
Sfidante della Moratti è Giuliano Pisapia, che alle primarie ha battuto il candidato del Pd Stefano Boeri. Avvocato molto conosciuto in città e a livello nazionale (è stato deputato per due legislature), per la compilazione del programma ha messo in piedi una vera e propria “officina” aperta al contributo dei milanesi: tra le varie proposte spicca l’attenzione ai giovani, per evitare che i ragazzi si vedano costretti ad “andare altrove seguendo un lavoro precario o una casa a buon mercato”, e alla società civile, riconsegnando “ai cittadini spazi e sedi pubbliche, scuole, biblioteche, negozi e alloggi popolari”. Tre le sfide principali: una “nuova demografia” per attirare abitanti, una “nuova economia” (basata sullo sviluppo e la green economy) e una “nuova democrazia” per incrementare la partecipazione pubblica.
Se, in caso di ballottaggio, saranno quasi certamente Moratti e Pisapia a contendersi la poltrona di primo cittadino, ai nastri di partenza si presentano anche altri aspiranti sindaci. Frutto della rottura tra Berlusconi e Fini è la candidatura di Manfredi Palmeri, sostenuto da Udc, Fli e Api, che da cinque anni è presidente del Consiglio comunale di Palazzo Marino. Qualche sorpresa potrebbe poi venire dal giovanissimo Mattia Calise, candidato del grillino Movimento cinque stelle: nato a Segrate nel 1990, Calise è attualmente iscritto alla facoltà di Scienze politiche dell’Università degli studi di Milano. Il panorama delle liste e dei candidati, però, resta mobile: in seguito a un esposto presentato da un dipendente comunale, la Procura di Milano ha aperto infatti un’inchiesta su presunte firme false a sostegno di liste minori.
Col passare dei giorni, intanto, la campagna elettorale si scalda. È fresca, ad esempio, la polemica sull’ipotesi di costruire una nuova moschea: secondo Pisapia non si può più rimandare, perché il Comune “deve saper offrire una soluzione che sappia durare nel tempo”, mentre per il vicesindaco De Corato “finché non ci sarà una normativa nazionale che disciplini i luoghi di culto islamici non ci sarà alcuna moschea”. La campagna elettorale 2011 sarà però ricordata negli annali per la questione Roberto Lassini, il candidato consigliere che ha realizzato i celebri manifesti “Via le Br dalle procure”: Lassini ha chiesto scusa ha Napolitano e si è ritirato dalla campagna elettorale, ma il suo nome comparirà comunque sulle liste. Il rischio, complice la campagna a suo favore del quotidiano “Il Giornale”, è che incassi molte preferenze; a questo proposito, però, la Moratti è stata molto chiara: “O lui o me”.
Secondo un sondaggio compiuto tra il 12 il 13 aprile da Euromedia Reasearch per conto della Moratti, il primo cittadino uscente si attesterebbe sul 50,8% delle preferenze contro 41% di Pisapia e il 3,8% di Palmeri; un sondaggio precedente della Ipsos, commissionato da Pisapia e realizzato tra il 23 e il 24 marzo, consegna invece un panorama molto più incerto: prima la Moratti con il 43,8%, secondo il candidato di centrosinistra con il 42,1% e – vera sorpresa – terzo Palmeri con l’8,1% delle preferenze. Secondo il “Sole 24 Ore” – che cita un’indagine demoscopica Swg aggiornata al 20 aprile – Letizia Moratti “dovrà cercare in tre settimane di recuperare consenso tra i lavoratori dipendenti, soprattutto quelli pubblici”, mentre Pisapia “dovrà tentare di intercettare il voto dei liberi professionisti e dei lavoratori autonomi”: messe insieme, le due categorie di elettori rappresentano la metà della popolazione milanese.
Ai nastri di partenza Letizia Moratti parte favorita e – salvo sorprese – dovrebbe conquistare la maggioranza relativa dei voti. La scommessa, per Pisapia, è portare il sindaco uscente al ballottaggio: in questo caso, infatti, il centrosinistra potrebbe contare su parte dei voti dati alle liste minori e al candidato del terzo polo. A livello nazionale, la discussione è aperta: cosa fare in caso di testa a testa? Udc e Futuro e Libertà, ex-alleati del Pdl, dovrebbero sostenere la Moratti, Pisapia o lasciare libertà di voto ai propri elettori? Enzo Marcora, consigliere regionale dell’Udc, ha dichiarato al quotidiano on-line “Affaritaliani.it” che “c’è apertura verso tutti, ma mi sembrerebbe strano appoggiare una giunta Moratti. Pisapia? Se sarà capace di interpretare le nostre posizioni, ha delle chances”. Gli stessi discorsi tengono banco tra le fila dei finiani, e non tutti la pensano allo stesso modo: alcuni considerano naturale sostenere la Moratti, altri sono affascinati dalla scommessa Pisapia. In ogni caso, se il sindaco uscente non “passerà” al primo turno la rielezione non sarà così scontata come potrebbe sembrare.