Tra Malala e Pussy non c’è posto per Shalabayeva
28 Dicembre 2013
La rivista americana Forbes pubblica la tradizionale classifica con le 10 donne più influenti al mondo nel 2013, che in certi casi sono anche le più perseguitate. Si va dalla pakistana quattordicenne Malala, la ragazza che si è ribellata ai Talebani, alle russe Pussy Riot, le punkettone che hanno sfidato lo Zar Putin. Malala ha commosso il mondo con il suo discorso alle Nazioni Unite e rischia la vita davanti all’odio di genere talebano. Le Pussy si sono fatte lunghi mesi di carcere anche se poi, dopo la grazia, si sono prese la rivincita dicendo che vogliono rovesciare il "regime cekista" di Mosca. Ma c’era anche un’altra donna che quest’anno tra Europa e Asia ha fatto parlare molto di sé, una signora senz’altro influente (è la moglie di un ricco oligarca russo), che abbiamo letto essere stata strapazzata dal governo italiano il quale dopo averla espulsa l’ha abbandonata nelle mani del Kazakistan: "Ho temuto per la vita di mia figlia", ha detto ieri Alma in conferenza stampa. Eppure grazie alle pressioni del Governo italiano la signora Shalabayeva ha potuto lasciare l’Asia centrale e passando dall’Italia ora vola in Svizzera per riabbracciare il resto della sua famiglia. Se tutto andrà bene, potrà rivedere anche il marito Ablyazov, sempre che la Francia non si metta di traverso (per la magistratura gallica Ablyazov potrebbe essere estradato per truffa in Russia o Ucraina). Insomma, fino a qualche giorno fa ripensando a com’era stata narrata da tv e giornali di casa nostra la vicenda della signora Shalabayeva ci saremmo aspettati che Alma entrasse di merito nella classifica di Forbes, al pari di Malala e delle Pussy. Ma a quanto pare non è andata così e dopotutto è bene quel che finisce bene.