Tra tutte le grane che il Cav. deve affrontare, Alitalia è la più piccola

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Tra tutte le grane che il Cav. deve affrontare, Alitalia è la più piccola

30 Aprile 2008

Non fatevi spaventare dalle apparenze: tra tante questioni complesse che il prossimo governo deve affrontare quella dell’Alitalia è la più semplice. Perché l’azienda sta sì messa male, ma il mercato del trasporto aereo è comunque in crescita. E la mossa repentina di Lufthansa, con il trasferimento su Malpensa dei voli Alpi Eagles (interamente controllata dalla compagnia tedesca), lo dimostra e in più fa capire che il Nord Italia rappresenta un mercato interessantissimo e concentrato, malgrado quello che si dice, su pochi aeroporti.

Tutto questo per dire che trovare l’accordo su nuovi compratori non è mai apparso un compito improbo. Il problema da superare era piuttosto quello della sopravvivenza a breve della compagnia (e in questo caso è piena l’analogia con la Fiat e con il prestito convertendo da 5 miliardi di euro varato da diverse banche a favore della società torinese nel momento di maggiore crisi finanziaria). In questo quadro si colloca il possibile intervento di soggetti statali, come la Cassa depositi e prestiti, non facilmente disponibile, o le Ferrovie. Hanno la disponibilità finanziaria per consentire il mantenimento dell’operatività dell’Alitalia ma sono anche pronti a ritirarsi in cinque minuti nel momento in cui arrivasse un’offerta.

I tempi per la decisione finale dei nuovi compratori non potrebbero mai essere così brevi come quelli di un piccolo intervento di salvataggio finanziario da parte di altre aziende statali. La cordata potrà fare la sua proposta solo dopo aver visto a fondo i bilanci. Condizione che tuttora non è stata realizzata.

Neanche i tedeschi della Lufthansa, che pure avevano provato a partecipare al primo strampalato tentativo di gara, hanno chiaramente idea di quali vincoli, quali impegni e quali accordi non dichiarati si possano celare nelle carte private dell’Alitalia. Eppure quegli stessi tedeschi, pur ripetendo di non essere coinvolti in alcuna operazione concreta, continuano a ripetere che a loro il mercato italiano piace, che per loro è il secondo al mondo in termini di importanza, che Malpensa si integra senza difficoltà con i loro hub nazionali.

Questa settimana quindi sarà importante per risolvere la questione della sopravvivenza fino a luglio e per avviare i primi contatti con i sindacati.

Silvio Berlusconi è tornato a parlare di tagli al personale. Inevitabili, certo.

Ma, come abbiamo già scritto, i tagli non avrebbero senso se andassero a intaccare la capacità di offerta di voli da parte della compagnia, in una fase in cui la domanda è prevista in rialzo.

Le parole di Berlusconi sui tagli (opzione che il presidente del consiglio in pectore non ama e non ha mai praticato nelle sue aziende) sembrano dirette più a rassicurare i prossimi eventuali alleati industriali che a minacciare concretamente il sindacato.

E forse non è casuale che Lufthansa sia tornata a fare capolino su Alitalia proprio nel momento in cui da parte del prossimo presidente del consiglio si è tornato a ribadire che qualche riduzione di personale (gestita comunque con pieni ammortizzatori sociali) sarà necessaria.