Tra un caffè e una risposta il filo conduttore è la chiarezza dei Ministri
07 Settembre 2011
Il caffè è un piacere, e berlo in compagnia del ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, è ancora più soddisfacente. Soprattutto se poi il pomeriggio prosegue la presenza di altri due ministri come Giorgia Meloni e Maurizio Sacconi che, insieme al sottosegretario Alfredo Mantovano, hanno reso breve un pomeriggio altrimenti intenso.
Il leit motiv di oggi è stata la chiarezza. A partire dal ministro Brunetta, che ha fatto di tutto per far capire a noi, non addetti ai lavori, i veri motivi della crisi odierna, anche ricorrendo a metafore estremamente esemplificative come quella dell’antibiotico e della vitamina per riferirsi a misure di rigore e sviluppo. Un impegno e una facilità nella spiegazione che ci ha stupito, lasciandoci un nuovo bagaglio di conoscenze difficilmente recuperabili sui media. Da un argomento ad un altro, il filo conduttore della semplificazione è rimasto tra noi.
Il sottosegretario del ministero dell’interno, Alfredo mantovano, introdotto da Francesco Valli, ha infatti portato avanti un focus su “Mafia, camorra e ‘Ndrangheta”. Dopo aver cercato con gli studenti una definizione corretta di mafia si è lanciato in un richiamo tanto semplice quanto efficace: “La ‘ndrangheta è il Barcellona della malavita italiana”. Una lezione intensa e condivisa sulla necessità di individuare e debellare la mafia, o le mafie, fortemente sentita da noi studenti che, per fortuna, siamo già cresciuti con questo imperativo.
Ma ancora non basta A seguire, il ministro della Gioventù Giorgia Meloni ha galvanizzato l’intera sala. Spontanea, vivace ed estremamente attenta ha catalizzato l’attenzione, meritandosi più volte l’applauso scrosciante, come in occasione dell’affermazione forse più importante riferita alla disoccupazione giovanile, su cui “il più grande nemico è il qualunquismo”. Inoltre rispondendo ad una nostra domanda non si è tirata indietro riguardo il buon esempio che la politica dovrebbe dare sullo “stringere la cinghia”, ammonendo nel contempo a saper analizzare e valutare con serenità gli sforzi compiuti.
Last but not least, il ministro del lavoro e delle politiche sociali, Maurizio Sacconi si fermato a riflettere sulla manovra e, più in generale, sul ruolo della società nella crescita del paese. Dopo l’introduzione del direttore del Tempo, Mario Sechi, il ministro ha chiarito le linee che dovrebbe seguire la società per dare una mano alla politica. Con grande disponibilità ha poi accolto le nostre domande, spiegando ad un mio collega la situazione pensionistica del padre. Un grande esempio di umiltà che ci ha colpito e fatto riflettere.
Nella prima parte della giornata la professoressa Maria Elena Cavallaro ha invece spiegato “Gli anni ’90 e l’Italia della transizione in prospettiva comparata”, in leggero anticipo ma in accordo con quanto espresso dal professor Giulano Cazzola nell’intervento “La politica del lavoro del governo in riferimento ala condizione giovanile”. Un taglio diverso è invece arrivato da Pier Luigi Dal Pino, che ha raccontato “lobby e politica in Europa e in Italia”, accompagnto dal professor Gianluca Petrillo cha ha ricordato “dalle comunicazioni elettroniche al cloud computing: innovazione e internet nei motori di ricerca”. Il professor Giovanni Orsina ha invece offerto il suo punto di vista su “Berlusconi nella storia d’Italia”, come ha fatto il professor Tommaso Edoardo Frosini su “La riforma costituzionale della giustizia.” Da non scordare infine la lettura di Pietrangelo Buttafuoco di “”Vita di Nicolò Machiavelli, a firma di Giuseppe Prezzolini. Un viaggio coinvolgente e immaginifico che ci ha aiutato ad allargare i confini dell’aula.
Come si suol dire, anche oggi è andata. A fine giornata rimane un senso di pienezza, sia temporale che di conoscenze, ch ogni docente riesce a trasmettere. L’ascolto e l’interazione con personaggi che solitamente sono più lontani da noi serve a riconciliare due mondi che ultimamente sembrano divergere – la politica e la società – e che invece sono più vicini che mai.